IL DOPOPARTITA DI FORTITUDO-UDINE
Alla fine è normale soffrire, quando si pagano due giocatori a botta e non puoi puntare tutto su quello che dovrebbe essere un tuo punto di forza, ovvero sia la panchina più lunga: ancora priva di Mancinelli e con Fantinelli in precauzionale guardare ma non giocare, la Effe infrasettimanale – e forse non ci voleva, proprio adesso – paga per 25’ tributo a tante cose, per poi riuscire a girarla come capita, praticamente sempre, da queste parti. Ovvero stringendo, sfruttando il giro di inerzia dopo un tecnico beccato dalla panchina, e trovando più gente affidabile ed esperta di quella che ci può essere dall’altra parte. Così arriva la quarta vittoria, che è assolutamente pecunia che non olezza vista la situazione, in attesa di chiudere il tour de force settimanale a Jesi.
Meno brillante in attacco (ma ne sono arrivati comunque 81, di cui 49 dopo il 20’), la F ha dovuto chiuderla dietro, grazie anche al fatto che tra l’inesperienza di Penna e gli acciacchi di Spanghero Udine non è che abbia avuto tanto modo di metterla sulla regia. E allora Bologna, rivitalizzato un prima timido Venuto ma poi, soprattutto, lanciata dai propri vecchi, ha saputo dove andare a mettere la palla nei momenti migliori. Magari ci sono cose da mettere a posto (Powell, al netto del fatto che è un bell’animale, è sembrato immarcabile così come lo erano stati Tessitori e Simioni), però farlo dopo avere infilato quattro su quattro, proprio male non lo è. Sperando che, a breve, in campo ce ne siano 10 e non 8, 8 e mezzo, eccetera.
In ginocchio da te - Ancora 5 in doppia cifra, a prova di costanza. E la capacità di non infilarsi in gineprai quando la partita, per la prima volta forse in campionato, non sembrava di facile decodificazione.
Non son degno di te - Un qualche tafferuglio nel finale tra sporadici tifosi, mentre sul campo, forse, un po’ troppo tempo prima di capire da che parte prendere il toro. Forse inevitabile, vista la situazione.
( Foto Fabio Pozzati/ebasket.it )