I RICORDI DI NINO PELLACANI: COSI' NACQUE "IL GRANDE FREDDO"
Nino Pellacani è stato sentito da Damiano Montanari per Stadio. Un estratto dell'intervista.
"Prima di frequentare l'accademia avevo studiato all'istitudo d'arte a Modena, quindi avevo seguito un corso di incisione su lastra di zinco, una delle pià antiche tecniche di stampa. Al contempo facevo un corso per usare i Macintosh e, successivamente, mi iscrussi a un corso serale di fumetto. Si teneva alle Aldini e tra i miei maestri avevo alcuni dei più importanti disegnatori delle generazioni degli anni 80, come Andrea Pazienza e Daniele Brolli. Per forza di cose i miei primi anni in Fortitudo furono molto asociali. Mi allenavo, giocavo, compravo un sacco di fumetti e nel tempo libero andavo a vedere le mostre dei miei artisti preferiti.
Le magliette? La Virtus era sponsorizzata dalla Knorr, il vicepresidente Fortitudo era Armando Caselli, titolare del negozio Tempest in via Riva Reno. Era un uomo molto reattivo nel cogliere le idee. Una volta, parlandogli, avanzai la proposta 'sarebbe bello fare una maglia con la scritta Odio il brodo'. Lui mi guardò e disse 'Non la possiamo fare altrimenti dal giorno dopo mi rompono le vetrine del negozio'. La mattina seguente, però, mi ricontattò. Dopo una attenta riflessione aveva cambiato idea, 'Se mi rompono le vetrine le sistemiamo. L'idea è troppo bella'".
Il Grande Freddo? La sera dopo quel derby, per prendere in giro amici virtussini, durante la cena, disegnai un grande 32, il numero di Magic e lo scarto con cui avevamo vinto la gara, accanto alla scritta 'Il Grande Freddo', un richiamo al celebre film di Lawrence Kasdan. Due giorni dopo, Caselli venne all'allenamento dicendo che avremmo dovuto fare assolutamente una maglietta con la scritta '-32 il grande freddo'. Così nacque un altro tormentone. Registrare l'idea? Allora avevo un altro lavoro e non mi era mai passato per la mente. Ma oggi la maglia con l'alfabeto senza la V è in vendita per l'associazione Willy The King e sono contento che possa contribuire a una giusta causa"