(Foto Mauro Donati)
(Foto Mauro Donati)

Real Sebastiani Rieti – Flats Service Fortitudo Bologna 58-60

E finale sia, per la Fortitudo che fa un nuovo 3-0, vincendo nuovamente in trasferta, mettendo ancora una volta in campo una difesa che non fa arrivare gli avversari a quota 60, e a queste latitudini è davvero difficile non esaltarsi. Partita dura, durissima, con l’impressione di essere sempre un po’ più tutto rispetto a Rieti, ma non abbastanza da chiuderla prima. E allora, laddove non ci si è riusciti con la bellezza, si è andati di grinta, cuore e maroni. Banale, lapalissiano, ma onestamente parole diverse non ce ne sono. E ora, che Trapani sia, per la gioia di tutti.

 

Cronaca

Si parte con giardini di marzo battistiani in coro, ma all’inizio a correre dolcissime non sono le malinconie di Mogol-Battisti quanto le gioie di Fantinelli-Freeman, protagonisti di un effimero 14-6 che Rieti rintuzza proprio dopo la uscita sia di Johnson che Ancellotti: il recupero è totale con tanto di primo sorpasso, e 20-19 casalingo al 10’.

L’aumentar della viscosità aiuta la Fortitudo, più a proprio agio nelle sabbie mobili del basso punteggio. Cresce la difesa, dopo una tripla di Italiano Rieti non la mette più, e qualche Pannata è tanta roba nel deserto. Da -3 a +7, e 20’ che arriva sul 33-29 Bologna, concedendone solo 9 nel quarto.

 

Il conceder qualcosa, senza avere pronte risposte davanti, porta Rieti a tornare pure in vantaggio (39-37 al 24’) e, sebbene l’inerzia sembri sempre bolognese – anche solo per la fatica che gli avversari fanno per concretizzare anche solo due passaggi di fila – c’è equilibrio prima del risveglio di un precedentemente ipepressato Aradori. Si difende bene ma a sorpresa si perde il controllo dei rimbalzi, e una tabellata di Spanghero rimette tutto in parità al 30’, a quota 48.

Spanghero impazzisce e mette altre due triple, che sono una bomba d’acqua in clima torrido. Però, finita -4, di nuovo la Fortitudo richiude la cerniera lampo non concedendo nulla, in una gara tornata ad essere una roba con tanta palla e poco canestro. Ogni azione è una tonnara, a cavallo del -1’ Rieti cicca due volte il vantaggio, e tra chi non la riesce a chiudere contro chi non riesce a riaprila l’impatto lo trova Ancellotti, per il 58 pari a -30”. Freeman fa la magata in penetrazione rallentata a -7”, Johnson tira con poco spazio e fa ferro, è finale.

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