KIGILI BOLOGNA - GEVI NAPOLI 56-64
E’ il finale meritato, quello di una Fortitudo che retrocede mestamente davanti al proprio pubblico dopo l’ennesima prova mediocre di una stagione mediocre. Con squadra senza gerarchie, giocatori e scelte inconcepibili per la categoria e nulla, proprio nulla, che sia da salvare. E che sia A2, allora, sperando che la retrocessione non sia poi il peggiore dei mali. Tradita dall’attacco, incapace di valutare chi sarebbero dovuti essere gli uomini a cui affidarsi nei momenti decisivi: nulla, proprio nulla. Nessun alibi. Nessuno.
Si parte con spettacolo talmente orribile da chiedersi se si tratti di serie A o già ultraminors: squadre che tirano al primo passaggio ed è già tanto se prendono il ferro, contropiedi abortiti e palle vaganti che vagano tanto prima di trovare qualcuno che se ne voglia impossessare. Groselle e Gudaitis sfruttano quanto arriva in area, ma il resto è poca roba. 12-14 al 10’.
Gli eredi di George Romero potrebbero chiedere i diritti di certe azioni, ad un certo punto il pallone si pianta tra tabellone e canestro quasi a voler chiedere un attimo di pietà. Qualcosa si sblocca a fine secondo quarto, con Napoli che fa +5 e Frazier, in solitaria, a mettere doppia tripla per impattare a quota 29 sul gong.
Qualche fischio arriva dopo 2’ di un inadeguato Durham, che assieme a qualche buco difensivo porta Napoli a +7. Gli unici con un po’ di idee in testa sono Frazier e Groselle, e se non si sbagliassero liberi (non solo con il solito noto) in fila si potrebbe anche provare ad andare un po’ avanti, contro chi ha nel solo Vitali l’unico a far qualche cesto. Sempre con bambini da mandare a letto per via delle fasce protette, ma 45-42 al 30’.
Benzing pare non essersi ripreso dagli – inutili – incoraggiamenti a Ulm e viaggia a percentuali da prefisso romano, Groselle dalla lunetta è spesso una gara persa, e Napoli torna avanti. Qualcosa si muove, nel più totale dell’orrido collettivo: 5/5 ai liberi tra Groselle (!!) e Procida, patta a 3’ dalla fine a quota 54 e sprint dove il braccino è comune, anche se Parks mette un cesto a spareggiarla. Frazier cicca due assalti, vengono persi due rimbalzi sanguinosi e lo stesso Parks fa +3. Di là i big fanno un passo indietro, Procida forza ed è ferro. McDuffie mette un libero, i restanti assalti sono senza alcuna velleità, e allora giusto così, con fischiata finale nemmeno tanto dura, se vogliamo.
(foto Valentino Orsini - Fortitudo Pallacanestro 103)