Nel tumulto incessante delle notizie e delle opinioni che caratterizza il mondo contemporaneo, è fondamentale fermarsi un momento per riflettere sulla responsabilità che ciascuno di noi ha nel diffondere informazioni. 

Un vecchio maestro ci ha lasciato una lezione preziosa: non esistono le “voci”, non ci sono il “si dice” o il “dicono”. Dobbiamo assumerci la responsabilità di ciò che affermiamo. Troppo spesso assistiamo a situazioni in cui persone, organizzazioni o intere comunità vengono attaccate sulla base di “voci” non identificate o di “si dice” che circolano senza fonte o fondamento. Questo non solo danneggia il singolo individuo che viene accusato, ma arreca un danno all’intera comunità. La diffusione irresponsabile di notizie prive di fondamento crea un rumore che offusca la verità e mina la fiducia nelle istituzioni, nella società e nei media stessi. 

Ci stiamo adeguando a un linguaggio e a un atteggiamento di odio e provocazione che non possiamo permetterci di accettare. Tutti noi siamo attori nel nostro mondo: istituzioni, società, allenatori, giocatori e media. Non possiamo cambiare la natura dei social media o dei mezzi di comunicazione, ma possiamo e dobbiamo cambiare il modo in cui ci comportiamo su di essi. Dobbiamo impegnarci a diffondere informazioni verificate e a assumerci la responsabilità di ciò che pubblichiamo. Ogni volta che qualcuno ci riferisce qualcosa, dobbiamo chiedere la fonte e verificarla prima di diffonderla ulteriormente. La responsabilità nella comunicazione è un imperativo etico per i tempi moderni. È il fondamento su cui costruire un dialogo costruttivo, rispettoso e basato sulla verità. 

Solo assumendoci la responsabilità delle nostre parole e delle nostre azioni possiamo sperare di costruire un mondo migliore per tutti. 

Il Consiglio Direttivo dell’USAP

“Salotto Bianconero”: la nuova puntata su Facebook e Youtube
Eurolega, il calendario della ventiseiesima giornata