(Foto Mauro Donati)
(Foto Mauro Donati)

Teo Alibegovic è stato ospite di Vitamina Effe su Nettuno Bologna Uno.

Domanda da bar: la Fortitudo sta perdendo apposta? “Mi auguro che siano in pochi, a pensarla così. Chi mi conosce sa che se mai un allenatore, o un dirigente o un giocatore, la pensasse in questo modo, avrebbe dei problemi da risolvere con me. E' una ipotesi vomitevole, lo pensano tutti i soci: non sarebbe da Fortitudo, non si gioca mai per perdere, il nostro presidente a inizio stagione ha detto che odia perdere anche a biliardo. Quindi a questi paranoici dico che noi ci siamo uniti per trainare la Effe in una nuova era, facendo le cose poco a poco perchè un processo sportivo strategico non può farsi in due mesi: guardiamo Pistoia, ci ha messo 4 anni per ripristinare tutto e arrivare dove è adesso. Forse ci sono troppe aspettative, ma non certo da parte nostra, perchè nessuno ha iniziato chiedendo la A1. Poi ci siamo sempre detti che se la A1 dovesse arrivare non ci si tira indietro e si cercheranno extrafinanze. Ma non voglio sentire dire che giochiamo per perdere: il nostro coach avrà pregi e difetti, ma conosco il suo orgoglio. E la stessa cosa vale per i giocatori. Chiaro che nessuno ha intenzione di fare corse e investimenti pazzi: abbiamo cercato proposte all'interno di un mercato che non è mai stato così povero, e ne abbiamo ricevute solo due. E' un business che è quasi prostituzione, vengono proposti giocatori e per fortuna spesso ti accorgi, parlando con l'altra società, che spesso il giocatore nemmeno lo sapeva. O con il lungo, con l'altra società che non aveva il numero di italiani necessario per andare avanti. Abbiamo portato Giuri, che è diverso da Giordano, dovrebbe dare maggiore saggezza e calma: Giordano va meglio a Treviglio dove c'era bisogno di un giovane, a noi serviva un giocatore di esperienza. Abbiamo preso Giuri e lasciato Giordano fino a fine stagione per poi rivalutarlo. Noi abbiamo iniziato la stagione in modo incredibile, poi spesso la gente non capisce certe logistiche: i due viaggi a Roma, a Latina, ad Agrigento, e io non cerco alibi ma penso che la fase ad orologio è una formula che non funziona, tanto che l'anno prossimo non ci sarà più. Le posizioni 1-2-3-4 giocano con l'idea dei playoff, e affronti chi lotta per la salvezza: per legge sportiva, chi retrocede dalla A2 ha la possibilità di trattenere delle mensilità, e per questo giocano alla morte. Non dimenticando i problemi di infortuni, iniziati proprio di recente. Quindi, ci sono partite contro chi si gioca la stagione in una partita, e per questo va in scivolata senza pensare alle conseguenze per gli avversari. L'orologio è inutile, e pensare a questa bestemmia sportiva del giocare per perdere è assurdo: se vuoi essere promosso devi passare tre turni, e io preferisco sempre i primi due turni in casa e poi vedere il terzo. Altre ipotesi sono fuori logica”

Però ultimamente sono arrivate un po' di sconfitte. “Chiunque fa sport sa che non si può sempre andare al massimo. Non parlo dei nostri vicini di casa, che fanno clamorose trasferte di Eurolega e perdono con Pistoia, o quello che sta facendo Milano. I cali sono biologici, a primavera ci sono viaggi più lunghi, e comunque qualche calo di tensione ci può essere stato. Tempo fa perdemmo con Cento e facemmo fatica con Piacenza, Cento trovammo un americano che ne mise 35 e ora non c'è nemmeno più, mentre a Piacenza ci ha salvato un trilione di punti di Aradori: quello che non deve esserci è il calo di concentrazione, anche se come tanti viviamo un attimo di stanchezza mentale. Mentre magari c'è chi ha fatto una stagione mediocre e ora sta facendo grandi cose, vedo Rimini che in questo momento è fortissima, mentre noi ci siamo ritrovati a dover gestire aspettative molto ambiziose. E da lì la fantascienza del pensare che non abbiamo preso nessuno per chissà quale ragione: semplice, il mercato non offriva nulla, sarebbe come cercare di comprare latte di cigno”

Contro la Fortitudo tutte le avversarie si gasano.  “Il motivo per cui siamo entrati è lo spirito della nostra tifoseria. Il presidente di Treviglio ha detto che ci invidia, quindi è normale che tutti contro di noi si gasano. Ieri abbiamo trovato una squadra con vecchi marpioni che hanno giocato tanto a Bologna e che non si sono emozionati. Non si sono disuniti, e la fortuna aiuta gli audaci. Io li vidi la settimana precedente a Udine, una delle partite più brutte mai viste in 30 anni, ieri sono stati egregi. Noi non siamo stati scandalosi, ci siamo impegnati, c'è stata tanta intensità ma ci è mancato l'ultimo passo, le scelte di tiro. E uno che si ritirerà tra 2 mesi ci ha messo triple dall'angolo: Treviglio è stata costruita per salire, e cambiando l'allenatore ha trovato la giusta chimica"

Il coach a fine gara è stato molto duro. “Ho conosciuto tanti allenatori con il coltello tra i denti, e Caja lo è sempre stato, una persona sempre sul filo del rasoio. Si è arrabbiato, e lui è uno molto pensieroso che a caldo si è sfogato: oggi forse userebbe toni diversi e più delicati. Ma ripeto, è stata una bella partita con una intensità fantastica da entrambi i lati, e loro sono stati più cinici ed esperti. Il basket non è un gioco dove devi stare tanto tempo a pensare, devi avere tempi di reazione immediati, e noi ieri non lo abbiamo fatto, mancando canestri che ci avrebbero dato fiducia, o palle perse con layup senza prendere nemmeno il ferro. Questo è un gioco di squadra, non è il tennis: se si annega si annega insieme, se si vince si vince insieme. Non rimprovero al coach quello che ha detto, forse io avrei preferito guardare il bicchiere mezzo pieno, lui ha guardato quello mezzo vuoto: non guardare il latte versato ma capire come evitare di finire in quella situazione. Ma attenzione, negli ultimi anni questa realtà è stata sempre molto fragilina, e l'unico modo per consolidarci è pensare positivo, non avere paranoie, scenari fantascientifici. A un amico che mi ha fatto queste allusioni ho buttato il telefono in faccia: io, a nome di tutta la società e di tutti i nostri soci, dico che ci fidiamo di questa squadra e questo allenatore al 100%, senza Caja noi ora non saremmo qui, perchè ha messo a posto tante cose anche a livello disciplinare. E questa idiozia, come è la fase ad orologio, non la voglio più sentire. Ora dobbiamo rifiatare, e pensare ad andare avanti senza pensare a chi si inciampa o non tiene la palla. E al massimo cercare di ritrovare un po' di incoscienza, tutti noi, dando ai giocatori soddisfazioni e non sempre bastonate"

Ma non sembra il discorso di uno che non ha più il polso dello spogliatoio, parlando di allenamenti senza spirito? “La nostra forza energetica è Freeman, quello che ci mette le ali, poco tecnico e di molta energia. Lui non può fare tutta la settimana al massimo, deve avere qualche piccolo calo per recuperare ed essere al meglio domenica. Ultimamente sta dando tanto, giocando tante partite inclusa la Coppa e le infrasettimanali, e lui è quello che ha patito di più anche se ieri è stato sul pezzo. C'è stanchezza mentale e fisica, questo ti porta ad essere un po' rinco agli allenamenti, e Caja non vuole mai vedere giocatori che non diano il 101%. Io non voglio dare consigli, ma ricordo una partita junior con Milic, Gorenc e Nachbar: fanno una cazzata in un torneo, perdono e poi scappano dall'hotel. L'allenatore li avrebbe voluti uccidere, qualcuno gli ha detto di stare buono e fare finta di niente. Poi hanno vinto lo scudetto. Ecco, vorrei che Caja non vedesse proprio tutto, perchè i giocatori sono essere umani e non possono essere sempre tirati. Mi auguro che ci sia un reset per i playoff, e comunque ora sono tante le squadre un po' svuotate”

Ieri Giordano ha dimostrato che poteva giocare. “A me piaceva molto, però ognuno gestisce la situazione come vuole. E i risultati sono arrivati”

Dopo essere stato panchinato, c'è stato un battibecco tra Caja e Aradori. “E' successo anche ad Ibrahimovic. Faccia quello che vuole, basta che alla fine torni in campo e faccia il suo”

La squadra quanto è costata? “Tra le prime cinque in assoluto”

Caja rimarrà o dipenderà dalle ambizioni? “Ha un contratto, e tutti i contratti possono essere allungati o accorciati. Un matrimonio si fa in due, lui potrebbe rimanere, lui ci piace, vediamo se sarà reciproco. Penso a mio figlio: stava bene in Turchia, poi gli è arrivata una proposta che non poteva rifiutare. Se qualcosa qui non lo mette a suo agio amen, ma qui abbiamo fatto tante cose per ristrutturare, cose che forse non si sono viste, abbiamo vinto tante partite di fila, quindi ci vuole un pizzico di volontà e fare un passo indietro. Per me i migliori contratti sono quelli in cui ci si stringe la mano e si esce, comunque, non contenti al 100%"

 

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