Altra settimana relativamente tranquilla, in casa Fortitudo, con i risultati a rendere più dolce qualsiasi allenamento, qualsiasi parola, qualsiasi considerazione. E la trasferta di Porto San Giorgio, sponda Poderosa Montegranaro, che rischia di essere una specie di set point (match no, dai, non esageriamo) per chi si troverebbe ad avere 8 su 8 e almeno due vittorie esterne in scontri diretti. Però, però... però c'è sempre da stare attenti, anche se la cosa rischia di sembrare banale. Per intenderci: sono stati fatti paragoni tra questa F e quella che, 87-88, ne vinse 11 di fila prima di fermarsi e poi, comunque, arrivare a 25-5. Vero, ma... quella squadra (Bryant e Garnett, Albertazzi e Masetti, eccetera) non dominò il campionato, arrivò prima a pari merito con Reggio Emilia e in vetta solo grazie agli scontri diretti. In soldoni: con la formula attuale, avrebbe comunque sofferto fino all'ultima curva, benchè quasi imbattibile. 31 anni fa, con due promozioni, ci fu pipa in bocca. Ma ora è diverso, in teoria.

In pratica, la squadra gode di una serenità non indifferente, e del fatto che, a differenza di quell'antica e florida stagione (l'unica in cui la Fortitudo, in A2, abbia realmente fatto il vuoto: in altre promozioni ci fu sempre tanta, tanta sofferenza), non sembra essere stata ancora eletta una alternativa. Con Treviso e Udine che solo ora stanno quadrando, e con Montegranaro che non era prevista a questi livelli. Allora diventa pure difficile far passare le giornate e riempire gli articoli, dato che di spunti di discussione (potrebbe andare meglio se...) non ce ne sono tantissimi. Nessuno però farebbe cambio, punto.

Montegranaro, quindi. Sia ringraziata – almeno dal punto di vista della Fortitudo – la Piacenza sponda Bakery, che battendo a sorpresa i marchigiani ha sporcato il tabellino Poderosa, altrimenti intonso. Secondo posto in classifica, miglior difesa del girone, e risultati quindi non esattamente previsti per chi aveva iniziato la stagione con l’idea di una metà classifica e salvezza tranquilla. Eppure la truppa di Cesare Pancotto (tu quoque) ha finora fatto quasi tutto bene, con la solita asse USA Corbett-Simmons (guardia-lungo) a fare discretamente bene, e l’eterno Valerio Amoroso a produrre l’ormai canonico 11+5 malgrado le mille primavere. Per il resto dirige il play Mattia Palermo, e oltre ad Amoroso – e a Pancotto – altre sono le figure già viste in città. L’ala di formazione Virtus Matteo Negri (9 punti), il giovin Danilo Petrovic (3 punti in 8’ di media) e l’ex F Martino Mastellari (circa 10 minuti a botta).

( Foto Fabio Pozzati/ebasket.it )

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