IL DOPOPARTITA DI FORTITUDO - TRENTO
L'equilibrio che servirebbe nel commentare le prime anse del campionato vive oggi della necessità di non dare per fatta e finita la squadra, che se era davvero malata non può essere guarita in 40', ma se ieri ha fatto così bene non poteva poi essere davvero malata nei precedenti 80'. La Fortitudo si sbarazza di una Trento che, alla seconda apparizione contro la Bologna biancoblu, fa nuovamente una gita fuoriporta senza colpo ferire. Sarà solidarietà tra Aquila trentina e Aquila bolognese, ma ieri oltre agli indubbi meriti casalinghi c'è stata anche tanta, tanta remissività da parte degli ospiti. Bravi comunque i Sacchetti's a non dare mai appigli per eventuali rimonte, e anche questo è un segnale di non immaturità. Con il rientro di Banks, con un Fantinelli agli apici di carriera, e con tutto il gruppo che ha dato finalmente luce ad un inizio stagione non esattamente con i controfiocchi.
Magari un po' di soddisfazione anche per Sacchetti, che già era stato visto come colpevole, responsabile, bollito eccetera. Strane, le passioni dei tifosi e non solo: a giugno Meo era la giusta scelta da parte di una società ambiziosa, ai primi di ottobre un umarell pronto per i cantieri. Ecco, pur riconoscendo il poco fascino di quanto era stato visto finora, sarebbe necessario un attimo di equilibrio, appunto. Non erano pronti per il derby con Ozzano prima, non sono ancora da Eurolega ora. Specie considerando che, adesso, il calendario si impenna. Certo che c'è ancora tanto da crescere, dato che non sempre Trento sarà. Ma qualcosa si muove, forse.
Poi ci sarà da discutere sui 553 presenti, al netto del fatto che chissà cosa ci proporrà il mondo nelle settimane successive. Meno di quanti non fossero a vedere lo show di Peppe Poeta, e quasi sono dimenticate le discussioni sulle turnazioni tra abbonati. Chiaro che avere dati su quanto mettere in prevendita a 27 ore dalla palla a due non aiuti, così come chiedere corse all'acquisto da parte di abbonati che non sono e non possono essere abituati al ticketing quotidiano. Ed è anche chiaro che il Paladozza manca davvero a tutti, da chi gioca agli addetti ai lavoro. Ma se si riempiono solo la metà dei già pochi posti disponibili, qualcosa lo vorrà dire. Oltre al fatto che, chissà quanto davvero convenga alla società una apertura laddove gli incassi faticano a coprire i costi di sicurezza, maschere eccetera. Anche se, visto l'andazzo, piuttosto che niente è sempre meglio piuttosto.
La Fortitudo è una regola - Magari chissà, è stato lo sberleffo di Teodosic che ad un suo tentativo da 3 si girò per andare già a rimbalzo. Ma se Fantinelli inizia a costruirsi anche un tiro dall'arco credibile (e siamo a 6/8 in stagione) allora il giocatore diventa davvero eccitante. Poi tutta la squadra, che è salita di tono quando c'era bisogno.
Ci stiamo sbagliando ragazzi - Tutto bene, e allora che venga concessa una piccola lagnanza per la fin troppo ggiovane musica di sottofondo, a parte l'encomiabile tributo alla chitarra di Eddie Van Halen nella "Beat it" di Michael Jackson durante i timeout. Ok il non voler sembrare vintage e vetusti a tutti i costi, ma un po' di alternanza, pure qua, male non sarebbe, no? Il mondo non è solo di unz unz yeah yeah, quello lasciamolo agli applausi di fine gara, se meritati.
Foto di Valentino Orsini/ Fortitudo Pallacanestro Bologna