PILLASTRINI: SARO' SEMPRE UN UOMO FORTITUDO.
Stefano Pillastrini è stato ospite di "Effe trasmetto per te" su Radio 108.
Le sue principali dichiarazioni.
La stagione Fortitudo. Stagione di alto livello. Da neopromessa è stata costruita una squadra in maniera intelligente confermando giocatori di sostanza. Ha sempre vinto in casa tranne il clamoroso scivolone con Pesaro. Ha perso qualche partita in maniera netta, ma tutte le volte che c’era la possibilità di vincere l’ha fatto. Questa è una grande qualità. Ricordo per esempio la gara di Cantù dove aveva cominciato male ma poi ha saputo ribaltare la situazione vincendo al supplementare. Era una squadra pragmatica, opportunista e furba.”
Matteo Fantinelli ha dimostrato di essere da Serie A. Matteo è un grande giocatore. Non deve aver limiti di ambizioni e può giocare ad ogni livello. Ho avuto la possibilità di allenarlo per quattro anni. Lo presi dalla Serie B e lui si meraviglio quando lo proposi in quintetto base in una piazza importante come Treviso. Il suo vero limite è che non si rende conto di quanto è bravo e forte. Non siamo riusciti ad andare in Serie A, ma lui ci è arrivato dalla porta principale con la Fortitudo, squadra che tifa e con cui ha cominciato la sua avventura cestistica. Ha fatto una buonissima stagione da esordiente, ma sono convinto che può fare ancora tanto. Penso che non goda di tanta considerazione a livello di Nazionale A. Lui è adeguato e vestirebbe bene la maglia azzurra.”
La Fortitudo ripartirà da Henry Sims. “La Fortitudo ha fatto una grande mossa con lui. Sarebbe adeguato a giocare anche in Europa. A proposito di Matteo, Sims è un giocatore perfetto per giocare con lui. Non potevano fare una scelta migliore.”
Sarebbe giusto cambiare il regime fiscale nel basket? “Bisogna prima studiare bene tutto. Personalmente non sono così informato da poter dire con precisione. Quel che so è che il professionismo con questo regime fiscale è veramente limitante. Le aziende che sponsorizzano lo fanno più per passione che per particolari ritorni economici. Quindi è molto difficile che ci possano essere soldi per pagare allenatori, giocatori, staff e tutti con un regime fiscale come quello attuale. È giusto approfondire il discorso per sgravare fiscalmente le società.”
Il libro “Pillacanestro". Innanzitutto ci tengo a precisare che il totale del ricavato del libro va alla “Casa della carità” che è un istituto a Bologna, a Corticella, il mio quartiere, che si occupa di persone bisognose. Luca Magitti, la persona che mi ha spronato a spingere il libro, è stato fondamentale. Ci siamo messi e abbiamo fatto questa cosa e di questo sono tremendamente orgoglioso.”
Cos'è la Fortitudo per il “Pilla”. “Io sarò per sempre un uomo Fortitudo, sono nato lì e sempre sarò biancoblu anche se ho allenato tutte le sue rivali. Ho visto le icone della Fortitudo da spettatore come Gary Schull. Poi feci l’assistente allenatore a Beppe Lamberti alle giovanili che era il fiore all’occhiello della società. Mi hanno sempre dato grandi responsabilità. Lavorammo bene avendo anche un discreto ritorno economico. Quando ero responsabile del settore giovanile arrivavano giocatori simbolo della Fortitudo come Marcelo Damiao, Davide Lamma, Alessandro Cittadini. Allo stesso anche i coach crescevano. Alessandro Finelli era il mio assistente per esempio, il compianto Dario Bellandi che portò l’aquila dalla A2 alla Serie A oppure Roberto Breviglieri.”
L’EuroCamp di Cervia? “Il basket è sempre stato il punto centrale della mia vita. La crescita dei giovani mi ha sempre caratterizzata. Da capo allenatore ho sempre preferito ragazzi in crescita e sono quelli - come Fantinelli - che mi hanno dato di più. Il camp è stato in questo senso una sintesi di tutto ciò. Negli anni l’EuroCamp si è allargato a tutti gli sport dal calcio, al volley alla danza. A Cervia facciamo questa sorta di villaggio turistico per i ragazzi ed è un ambiente che ci piace molto perché i ragazzi che praticano sport sono i migliori. Quest’estate sarà dura, quindi siamo in attesa delle disposizioni. Noi ci adegueremo.”
C'è voglia di rimettersi ad allenare? “Ho moltissima voglia di allenare, ma voglio farlo non in condizioni che non mi piacciono. Voglio allenare dei progetti, non sono un coach “usa e getta”. Non voglio preparare solo le partite, ma prepara le squadre costruendola per la crescita della società. Quest’anno mi hanno fatto richieste, ma non sarebbero state adatte al mio modo di allenare.”