Stefano Mancinelli è stato sentito da Dario Ronzulli per Tuttosport. Un estratto dell'intervista.

"Siamo partiti per salvarci e non pensavamo di fare così bene. Siamo molto contenti, certo, anche se ben consci che non abbiamo fatto ancora niente di definitivo.
Il dopo derby? Malissimo, altroché. Dispiace per come abbiamo perso soprattutto per i tifosi. Dovevamo essere noi ad essere aggressivi dall'inizio e invece lo è stata la Virtus. Ora però non dobbiamo pensare più a quella sfida e neanche a quella del ritorno del 17 aprile: abbiamo altre gare da affrontare prima e che serviranno per raggiungere il nostro obiettivo.
Essere il capitano Fortitudo? Innanzitutto è un onore. Sono arrivato qui sedicenne e mi sono conquistato tutto giorno dopo giorno sentendomi sempre in famiglia. La Fortitudo è tutto per me. Se non la si vive non la si può capire: non è una squadra come le altre, c'è un popolo che vive per lei. Quando si dice che la Fortitudo è un sentimento si dice una verità. Io ho giocato in grandi piazze e in grandi squadre ma qui è diverso, è un'altra roba.
La chiamata NBA di Portland? Nel 2007 ho fatto la Summer League di Las Vegas con loro. Ho ricevuto un'offerta ma alla fine ho scelto di rimanere alla Fortitudo che all'epoca era tra le top in Italia e in Europa. Oggi quella scelta la rifarei anche perché mi ha portato poi ad avere una bellissima carriera di cui sono molto soddisfatto.
Decisioni sul futuro? Per il momento no. Intanto c'è questa stagione da finire, poi nella prossima penso di continuare. Dopo si vedrà ma per ora non ci penso"


(Foto Valentino Orsini - Fortitudo Pallacanestro 103)

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