IL DOPOPARTITA DI FORTITUDO - JESI
Talmente facile da rendere anche difficile dare voti e giudizi sparsi, il lunedì della Fortitudo che è diventato dolcissimo fin dai primi minuti, in quelle situazioni per cui non sai mai se sia merito di chi trita o demerito di chi è tritato. Diciamo concorso di responsabilità: Bologna ne ha avuto voglia fin dalla prima azione, magari – concetto banale – per la sola voglia di riscatto dopo Udine, mentre Jesi non è parsa difesa degna di questa categoria. Alla fine le cifre dicono 74% da 2, ed era 16/19 complessivo nel primo tempo. 151 di valutazione, d’altra parte chi in casa non ha mai perso contro chi in trasferta non ha mai vinto: c’era possibilità che andasse diversamente?
Forse, se Jesi ci avesse creduto. Ma anche forse, se la Fortitudo non la avesse affrontata nel migliore dei modi, volendo rivincita ma non rivalsa dopo il Friuli. E alla fine, 30 assist, 12 uomini a referto, centello senza nessuno oltre i 14 punti di Hasbrouck e Sgorbati. Basta questo, magari pensando anche al fatto che essere andati in campo sapendo che Montegranaro di domenica non aveva regalato nulla è stato ulteriore incentivo a sbattersi al massimo. Ma, dopo tutta la stagione vista fin qua, diventa difficile credere che la squadra non lo avrebbe fatto a prescindere. E ne manca una in meno, diciamo così, con la domenica di pausa forzata per rifiatare.
In ginocchio da te - Una sinfonia, una musica, un festival. Ma, onestamente, aiutata dall’approccio davvero privo di volontà dei marchigiani. Dodici a segno, evviva evviva, e nessuno oltre i 24' giocati.
Non son degno di te - Ad un certo punto il povero Cagnazzo, coach di Jesi, faceva quasi compassione per come si sbattesse, unico dei suoi.
(foto Fabio Pozzati - ebasket.it)