DERBY, IL PREPARTITA FORTITUDO
“Ai miei tempi nella settimana prima del derby i giocatori di Bologna avevano solo un pensiero: casa e palestra, casa e palestra. Altro che perdere del tempo a scrivere scemenze sui social”. Un vocale arrivato da un giornalista (vero, non come noialtri) fuori sede potrebbe anche essere il giusto cappello alla settimana, ma che dimentica una piccola cosa: da decenni chi segue la Fortitudo non si annoia mai, e quindi ci sta anche la variante (cit.) di questi giorni. Che purtroppo ha rischiato di mettere in secondo piano cose ben più importanti, sul lato sociale, come l’asta benefica delle maglie. Mandiamo giù anche questa, ma d’altra parte, come dice Jovanotti, “i social sarebbero bellissimi, peccato che l’utilizzo che ne fanno le persone è un po’ come avere l’astronave e sfruttarne solo il gabinetto”. Comunque, c’è il derby.
Che arriva con squadra mutilata e menomata, alla faccia di chi meglio quando sono in pochi: certo, quando erano in 13 portava anche rogna, ma in nove potevano starci, eh. E che sarebbe la classica partita contro squadra forte per cui la quale si potrebbe ragionare su una onesta idea del limitar danni per poi cercar altri risultati con altre squadre. Ma è il derby, si può andare al derby con queste aspettative al ribasso, specie dopo una stagione in cui gli attributi, come verga la Fossa, sono rimasti fin troppo nei sospensori? No, tutto qua.
Poi è vero che la Virtus ha passato la vigilia in campagne iberiche ed è difficile pensare che il mondo bianconero abbia limitato le energie pensando a come sfidare la Effe nella stracittadina (è anche vero che ai nostri tempi il sovrapporsi di impegni impegnativi tra Europa e Italia era un classico, ma le nuove leve non lo possono sapere), ma è chiaro che la differenza è tanta. Però, chissà, proprio la capacità di resettare la Coppa in poche ore potrebbe essere il punto da cui provare l’impresa. Ricordando che l’unica gioia, forse, della stagione fortitudina, è stata un derby di precampionato. In trasferta. Però al Paladozza. Che era un’altra cosa. E lo sappiamo tutti. Vabbè.
(Foto Ciamillo)
Che arriva con squadra mutilata e menomata, alla faccia di chi meglio quando sono in pochi: certo, quando erano in 13 portava anche rogna, ma in nove potevano starci, eh. E che sarebbe la classica partita contro squadra forte per cui la quale si potrebbe ragionare su una onesta idea del limitar danni per poi cercar altri risultati con altre squadre. Ma è il derby, si può andare al derby con queste aspettative al ribasso, specie dopo una stagione in cui gli attributi, come verga la Fossa, sono rimasti fin troppo nei sospensori? No, tutto qua.
Poi è vero che la Virtus ha passato la vigilia in campagne iberiche ed è difficile pensare che il mondo bianconero abbia limitato le energie pensando a come sfidare la Effe nella stracittadina (è anche vero che ai nostri tempi il sovrapporsi di impegni impegnativi tra Europa e Italia era un classico, ma le nuove leve non lo possono sapere), ma è chiaro che la differenza è tanta. Però, chissà, proprio la capacità di resettare la Coppa in poche ore potrebbe essere il punto da cui provare l’impresa. Ricordando che l’unica gioia, forse, della stagione fortitudina, è stata un derby di precampionato. In trasferta. Però al Paladozza. Che era un’altra cosa. E lo sappiamo tutti. Vabbè.
(Foto Ciamillo)