Valerio Bianchini è stato sentito da Luca Aquino per il Corriere di Bologna. Un estratto dell'intervista.

"Sono gare bellissime con grandi difese. È il marchio di fabbrica di Messina ma anche Scariolo è stato bravissimo a migliorare la sua difesa fino a farla diventare quella che ha inibito i principali giocatori di Milano in gara 3. Una sfida fra grandi allenatori con filosofie diverse in attacco: Messina si affida di più all'uno contro uno e al tiro da tre dentro una circolazione di palla efficace, Scariolo sposa un basket più sintetico con fisicità, atletismo e velocità, con utilizzo limitato di pick and roll e tiro da tre. La Virtus è una sintesi fra modernità e tradizione, con il suo gioco organizzato che sfrutta il post basso e il cambio di lato.
Troppo tiro da 3? Parafrasando Karl Marx, c'è un fantasma che si aggira per il basket mondiale: il tiro da tre che condiziona in modo inaccettabile questo sport. Da sport di grande razionalità e contenuto tattico adesso ci si affida principalmente a questo. Lo sport è sempre lo specchio della società, una società narcisistica e individualista che si traduce in un gioco ora spezzettato, fatto di uno contro uno e pick and roll, con azioni che finiscono sempre con un passaggio fuori e un tiro da tre a impoverire e rendere noioso il gioco.
Il duopolio? Siamo tornati agli anni '60 quando contavano solo le due sfide, perché non esistevano i playoff, fra Ignis e Simmenthal. Virtus e Olimpia sono due squadre con un budget infinitamente superiore alle altre, facendo l'Eurolega magari lasciano per strada qualche partita durante l'anno ma nella sostanza siamo tornati agli anni '60 quando c'erano due squadre imbattibili e le altre senza speranze di vittoria"

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