La prima campagna abbonamenti della Fortitudo in serie A, alfin, si apre oggi. Dopo 11 anni dall’ultima volta (che, ricordiamocelo sempre, titolava roba tipo E’ tornata una stella: prima il riferimento sarebbe dovuto essere Basile, poi divenne Savic, infine sappiamo come andò a finire), e con in mezzo tanta di quella roba che ci vorrebbe Omero, e non un giornalaio, a raccontarla. Ma, alla fine, eccoci qua.

Si parte in luglio, cosa che ha fatto storcere il naso a chi – pochi – avrebbe voluto vedere prima un po’ di squadra e poi magare uscire gli euri: critica da rispedire al mittente, un po’ perché di solito ci si abbona per la Effe e non per il nome della guardia titolare, e un po’ perché la possibilità del rinnovo è talmente prolungata nel tempo che, da qui a fine agosto, si farà in tempo ad aspettare, a vedere i giocatori fermati e firmati (cit.), e andare poi a strisciare i bancomat nelle sedi opportune.

Il problema maggiore, forse, riguarda gli aumenti dei prezzi: si era preventivato un X% di aumento, questo X% è stato superiore di quanto appunto previsto, e non tutti sono rimasti felici. Forse si poteva ragionare in modo diverso, specie ricordando le parole del presidente Pavani il giorno della promozione, mentre accanto a lui i giocatori annegavano nello spumante: Ringrazio soprattutto chi c’era nel 2013, e forse qualcosa sarebbe stato bello farlo, scontando fortemente quelli che si abbonarono, di fatto alla cieca, per vedere quei Caroldi e soci che poi fallirono l’impresa. O, più semplicemente, fare come la Effe della serie A prima che il Faraone facesse quello che ha fatto, con sconti in progressione in base agli anni di fedeltà. Nulla: solo uno sconto per i rinnovi, che comunque non indorano più di tanto la pillola.

Vero che di serie A si tratta, vero (in parte: ancora oggi non si sa quante squadre ci saranno, e quindi quante partite verranno giocate) che dovrebbero essere 17 e non 15 le palle a due che si alzeranno al Paladozza, vero che c’è anche il derby (ma chissenefrega, a meno che non si ragioni come in quelle tante piazze di provincia dove vengono indette quelle giornate di festa con abbonamenti che non valgono per le gare di cartello). Ma forse ci si poteva pensare un attimo, anche per non dare l’impressione di dover per forza di cose andare in tasca dei tifosi/innamorati come necessità per essere competitivi sul mercato.

Alla fine la gente si abbonerà in massa, storcendo il naso (anche se il discorso però l’iphone lo compri, eh? letto su qualche social: c’è una differenza, che uno il telefono se lo può scegliere, mentre non è che se la Fortitudo costa troppo uno poi si abbona, con tutto il rispetto, a Ozzano) ma non potendo saltare fuori dalla barca proprio oggi che torna il grande basket dopo gli anni di Arzignano e Costa Volpino (cit.). Però, oggi, sembra che siano i tifosi a dover fare qualcosa per la Fortitudo, e non la Fortitudo a fare qualcosa per i propri tifosi. Anche se magari si dirà che la Effe qualcosa lo ha già fatto, ottenendo la promozione. Si vedrà, da oggi e per tutta l’estate, o quasi.

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