Alberto Conti è stato sentito da Enrico Schiavina per il Corriere di Bologna. Un estratto dell'intervista.

"Virtussino? Veramente io sono solo milanista, è un po’ tifavo Lakers perché adoravo Kobe. Poi ho fatto le giovanili alla Virtus, su chiamata di Sanguettoli e Consolini, che ringrazierò sempre. Perché era la scelta migliore per provare a diventare un giocatore. Proprio perché sono bolognese questa chance apprezzo ancora di più: la Fortitudo è la Fortitudo. Ne sono orgoglioso, figuriamoci poi se ti chiama un allenatore con la personalità e l’esperienza di Caja. E aggiungiamoci il PalaDozza: ci ho giocato diverse volte a livello giovanile, mai da senior. Anche questo è uno stimolo enorme.
Mio padre? Tutta l’estate, tutte le estati, ci alleniamo assieme, un paio d’ore di basket al pomeriggio con lui, un paio d’ore al mattino col preparatore fisico. Mi ha sempre consigliato e mi segue da vicino, ovvio, ma alla fine tutte le scelte che ho fatto sono solo mie. E di questa chiamata della Fortitudo è contentissimo.
Il CUSB e i Giardini? Due bellissime avventure, non solo divertenti, anche significative sul piano tecnico: non si giocava per ridere, tutto il contrario. E ci tenevo a vincere ai Giardini, dopo esserci andato più volte solo vicino. Queste cose, un bolognese le sente sotto la pelle"


(foto Giacomo Lodolo)

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VIRTUS-LUNDBERG, SITUAZIONE DI STALLO