Il doppio ex Ale Frosini è stato sentito da Luca Muleo per Stadio. Un estratto dell'intervista.

"In isolamento mi godo mia figlia, che a 14 anni è uscita di casa per giocare a pallavolo, da tanto non stavamo insieme.
I ricordi? L'inizio a Siena con Dado Lombardi in panchina e la vittoria della B1, fu il mio vero battesimo. Poi il trasferimento alla Glaxo Verona, la chance di imparare il mestiere. La promozione, la finale di Coppa Italia e quindi il passaggio a Bologna, prima Fortitudo e poi Virtus, dove sono diventato il giocatore che sono stato.
Il passaggio tra le due squadre? E' stata dura, venivo da tre anni in Fortitudo in cui giocavo minuti da titolare. Da una parte ero il traditore, dall'altra mi vedevano come un fortitudino, e io in mezzo pieno di dubbi. Cosa accadde? La verità è che Cappellari e Bianchini fecero legittimamente scelte diverse, mi presentarono una offerta irricevibile. Infatti, dopo, nel mio ruolo arrivarono sette giocatori. Avevano idee diverse, all'inizio fu un rammarico, ero stato bene e avrò un ricordo ottimo che non cancello, anche se perdemmo la finale scudetto. Tanto male però non mi è andata, se guardo alle due Euroleghe e altrettanti scudetti in Virtus.
In Virtus dovevo rimettermi in discussione, competizione altissima. Inserirmi nel sistema di Messina era molto difficile per un ragazzo di nemmeno 25 anni, al fianco di campioni come Danilovic, Savic, Nesterovic. Ci voleva carattere per stare in quello spogliatoio, assieme all'intelligenza di capire quale fosse il ruolo, di cosa la squadra avesse bisogno. Quanti ne ho visti passare di giocatori che venivano con la pretesa di avere minuti e il pallone in mano. Intanto dovevi guadagnarti la fiducia difensiva di coach e compagni. In tanti alzavano le mani e dicevano no grazie, e se ne andavano. Io fortissimamente volli il mio spazio.
Il trionfo più bello? Sento molto mia l'Eurolega del 2001, il Grande Slam in generale, ero importante nel sistema. Venivo da un momento difficile, avevo perso papà da poco, il mio più grande tifoso. Fu una dedica speciale.
La Virtus attuale? Avrebbe meritato di giocarsi fino in fondo lo scudetto, come tutti quelli che sarebbero andati ai playoff. Un titolo a tavolino non avrebbe lasciato nulla di più. Hanno avuto un calo fisiologico, ma è squadra che su un playoff lungo si sarebbe trovata di fronte pochi competitor. Hanno tracciato una linea importante con scelte fortissime e un progetto alle spalle che stava dando risultati. Poteva tornare subito tra le grandi e magari vincere l'Eurocup per andare in Eurolega"

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