Mariella Santucci, bolognese che gioca in NCAA, è stata sentita da Damiano Montanari per Stadio. Un estratto dell'intervista.

"Arrivata a Toledo, in Ohio, non sapevo una parola della lingua e non capivo nulla. Traducevo e mi esprimevo solo con Google Traduttore. Per migliorare ho letto tanti libri e guardato serie televisive, fino a quando ho deciso di lanciarmi. Il mio motto era 'correggetemi se sbaglio'. Pure fisicamente ero più indietro delle mie nuove compagne, non riuscivo nemmeno ad alzare la sbarra dei macchinari di allenamento e tutti ridevano. Oggi sollevo 90 libbre. In america ho imparato l'etica del lavoro, una stile di vita che mi accompagna ogni giorno. Adattarsi al loro modo di mangiare è stata forse la cosa più difficile. Molti prodotti che consumiamo in Italia neanche si trovano al supermercato, così mi sono rifugiata negli hamburger, negli hot dogs e nei mac and cheese, i loro maccheroni al formaggio.
Ora sono tornata perchè non volevo rischiare di rimanere in America tutta l'estate. Là l'epidemia è arrivata dopo e mi aspettavo che la situazione sarebbe peggiorata. Più che timore per me non sopportavo pensare ai miei familiari dall'altra parte dell'oceano.
Giocare nella Virtus femminile? Se fosse possibile e mi volessero, non avrei problemi. Conosco già tante giocatrici come Tassinari, Cordisco, D'Alie, Tava e Salvadores, oltre a Federica Nannucci che oggi è dirigente. A me piace vedere sia la Fortitudo sia la Virtus: non ho preferenze. La Nazionale è un obiettivo, dopo aver disputato il Mondiale di 3x3 con l'Under 23."

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