Scoperto che c'è vita e quindi ancora un po' di speranza nella salvezza, la Fortitudo che torna in trasferta dovrà prima di tutto, come sempre, fare la conta degli abili e arruolabili: cosa non scontata di questi tempi, specie dopo aver notato che, less is more, si è vinto più nelle disperate emergenze che non nelle relative abbondanze. Poi, si dovrà tenere molto, molto viva la fame e la disperazione: una vittoria non fa primavera, due nemmeno, due con in mezzo un derby a testa altissima nemmeno, e quindi ritenere che i problemi siano stati risolti e ora si possa andare a cuor leggero sarebbe il primo step verso il cambio di categoria. Concetti banali, se vogliamo, ma spesso non servono grandi arzigogolii per spiegare le cose. Qui serve essere brutti, sporchi, cattivi, e possibilmente cannibali.

Con una squadra che forse chissà, qualche gerarchia l'ha costruita anche sulle fondamenta della mancanza di alternative. Certo che Frazier e Feldeine sono una bella coppia, ma per metterli nella condizione di fare il bel tempo trovando ombrelli per il cattivo (palle perse e qualche eccesso di egoismo) ecco che la necessità di una guida che dia palla loro nel momento giusto, e non fin dalla partenza della azione, male non sarebbe. Certo che in area manca qualcosa, ma se Benzing da 5 riuscisse a reggere e il greco rimanesse su questi standard, si potrebbero limitare i limiti di Groselle. Se di qua, se di là. D'altronde, se la coperta fosse stata lunga il necessario fin da subito, non saremmo nelle condizioni di non poter sbagliare mai, o quasi. Intanto, qualcuno è fuori per Covid: il Carlino dice un esterno, gli altri giornali dicono che non è un giocatore, chi vivrà vedrà

Sassari, quindi. Settimo posto in classifica, nel mischione come tante altre ma con un calendario che la porterà a giocare 6 gare delle prossime 9 in casa, dove peraltro non è che ci siano state barricate insormontabili per le avversarie (5-4). Si segna, si lascia segnare, con Piero Bucchi fresco di rinnovo dopo aver preso in mano la squadra inizialmente gestita con qualche sbavatura da Demis Cavina. Un po' ha aiutato l'arrivo di Gerald Robinson in regia (15 punti, 8 assist e 21 di valutazione: tal degh che vanno meglio) accanto all'infinito Logan (15 punti e 40% da 3) e al tiro di Bendzius (15 punti pure lui e il 47% da 3). Da poco rientrato in Sardegna Miro Bilan, Sassari si sarà capito che è la truppa che tira meglio da 3 punti in campionato, il 39%. All'andata, due mesi fa, fu un piccolo massacro al Paladozza: la Fortitudo tenne discretamente botta per 18', poi Sassari dilagò fino al centello. Ad occhio e croce, la Fortitudo a Sassari non ci ha mai vinto, nè nei tentativi in A2 degli anni 90 nè in quelli più recenti in serie A. Meditate gente, meditate.

Si gioca domenica, ore 18, diretta Discovery+ e Radio Nettuno Bologna Uno.



(foto Valentino Orsini - Fortitudo Bologna 103)
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