A dire il vero, che la Fortitudo non avrebbe fatto una gran partita a Trieste era prevedibile, perchè i dopo derby, storicamente, sono sempre stati ostici a prescindere dal roster. Sempre. Ma un conto è giocar male, un conto è fare disastri: ci si poteva aspettare quindi una roba tipo quella del primo tempo, ovvero confusione ma anche leggero vantaggio figlio del fatto che, comunque, davanti non c'erano i Lakers. E il finale sarebbe potuto e dovuto essere il classico brodino: giochi male, vinci, porti a casa il risultato e torni a misurarti la febbre. Invece, il dramma tecnico del secondo tempo triestino ha ribaltato tutto, anche le previsioni di brutti ma vincenti. Lasciando molti, molti dubbi su quella che possa essere la Fortitudo di oggi, all'antivigilia di Capodanno.

Certo che in un centinaio di ore, dal prederby al post Cavaliero, la squadra non può essere di colpo invecchiata, imbruttita, imbrocchita. E Martino forse fa bene a ricordare quello che si è stati fino al 25, pomeriggo: una realtà che domenica prossima, se vincerà contro Reggio, avrà la certezza di un posto alle Final Eight che a settembre non era esattamente in preventivo. Ma è anche il caso di trovare una misura a tutto, alle vittorie come alle sconfitte, così come forse ai giudizi sui social che prima del 25 vedeva una tifoseria innamorata dei propri eroi, e ora vorrebbe spedire davanti ai cantieri la metà anziana del roster, e in miniera l'altra metà. Non è vero nulla: non si era così forti prima, non si è così marci oggi. Però Martino lo deve capire: dopo aver abituato così bene, il ridimensionamento suona strano. E ora sta a lui gestire quella che è, di fatto, il primo momento di confusione dal suo arrivo a Bologna.


Grande grande grande - Poco da segnalare, forse l'attaccamento dei tifosi che, forse, la prossima volta a Trieste ci andranno in treno, in nave, in monopattino: evitare pullman, ok?

Parole parole parole - Troppa, troppa gente sgonfia, spompa, misteriosamente sparita negli ultimi giorni. Ora silenzio, piantarla con i resettare e ripartiamo: poi magari domenica sera, entrati nelle otto, ci si dimenticherà di questo fine settimana lungo di disastri. Ma oggi è normale avere più negli occhi lo scempio tecnico di Trieste, e la ben poca voglia di riscattarsi dal derby.

FOTO DI VALENTINO ORSINI/ FORTITUDO PALLACANESTRO

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