PLAYOFF VIRTUS, CHI CI CREDE E CHI NO
Sono ancora possibili i playoff per la Virtus? E' questa la domanda che Luca Muleo - su Stadio - ha fatto ad alcune vecchie glorie virtussine.
Ecco le loro risposte, tra chi è possibilista e chi pessimista.
Renato Villalta: Bisogna vedere cosa succede in questi 10 giorni, tra Reggio, Brescia e Trento si decide tutto. Se le vincono tutte e tre, con occhio alla differenza canestri contro Trento, ci sono buone possibilità a quel punto. Chiaro come basti un passo falso per fallire, però una chance di salire ancora sull'ultimo treno c'è. Se giocano come domenica, siamo allo zero assoluto, ma mi auguro di vedere la squadra che ha dimostrato di poter giocare bene in certe occasioni.
Marco Bonamico: Nelle partite senza ritorno la Virtus ha fatto molto bene quest'anno. Vincendo le prossime due partite può ancora pensare di farcela, altrimenti pagherà questi up and down continui. Un allenatore, per quanto bravo non ha la bacchetta magica per cambiare in un amen le cose. Sbagliava chi s'aspettava come tutti i mali fossero risolvibili con l'addio di Sacripanti o che i giocatori, messi spalle al muro, dopo la reazione fisiologica, potessero cambiare del tutto la sostanza dei mesi scorsi. E' cambiato poco, c'è un Chalmers in più, però non è in condizione.
Renato Albonico: Non ci credo fino in fondo, perché possono non bastare 4 vittorie su 4. Mentre per le rivali potrebbero essere sufficienti tre o perfino due nei nostri confronti. Ma finché non c'è matematica certezza di essere esclusi, bisogna provarci. Bisogna giocare e giocare bene. Sperare da supporters. La squadra ha bisogno di finire bene e ritrovare il feeling col club e soprattutto con tifosi.
Gigi Serafini. Playoff no. Ci spero fino alla fine, sarebbe sciocco non farlo. Certo, considerate le ultime due prestazioni, la vedo molto dura. Abbiamo ancora quattro partite da giocare, vediamo di che pasta sono fatti i ragazzi. Finora deludenti nell'atteggiamento, nel modo di giocare, in tutto. Non ci si comporta così. Forse parlo da vecchio, di quelli per cui la maglia contava qualcosa, ora invece non conta più niente, non c'è più quel legame. Però mi aspettavo altro più responsabilità da gente die gioca a pallacanestro come lavoro. Non esiste dopo quella sconfitta contro Pistoia giocare un match come qudlo con Brindisi. Una prestazione allucinante, mi ha molto amareggiato perché aspettavo una reazione che non c'è stata. Di Milano e della discoteca non me ne frega niente. Anche ai miei tempi c'era gente che andava a ballare, però in campo dava il 110%.