RICCI A "CANTIERI APERTI", TRA BASKET E MATEMATICA. "PROVERO' A DARE UN ESAME IN PIU' QUEST'ESTATE
Si è chiusa alla grande la settimana di Cantieri Aperti 365 ospitando la video-chiacchierata con Giampaolo “Pippo” Ricci, ala della Virtus Bologna. Giocatore sempre più emergente nel panorama del basket italiano, il giocatore nativo di Roma ha parlato della sua esperienza in bianconero, della Nazionale e del suo percorso di crescita di questi anni, ma anche della sua “dual-career” con la laurea in Matematica che si avvia verso la conclusione.
“Sono a Bologna, siamo ancora in attesa di una risposta definitiva sull’Eurocup. Non è facile passare da 4 ore di allenamento al giorno a farne 0, ma bisogna un po’ reinventarsi. Sono uno che deve pianificare tutto tra allenamento e studio. In sala sposto il tavolo la mattina e mi alleno con i pesi, mentre il pomeriggio rimetto il tavolo e studio”.
E’ della scorsa estate il suo arrivo alla Virtus Bologna con un primo contatto con Djordjevic davvero da ricordare: “Quasi mi tremavano le mani quando ho letto il nome Djordjevic sul cellulare, sono stati 40 minuti di telefonata in cui ha saputo prendere nel modo migliore parlandomi dell’importanza del gruppo, della voglia di vincere e di competere che avrebbe dovuto caratterizzare la squadra. Non lo conoscevo, ma è stata davvero una sorpresa in positivo. E’ un allenatore super esigente, ovviamente ti riprende, ma sa anche darti positività e ti difende sempre di fronte alle critiche. Mi sento fortunato ad essere riuscito a costruire questo rapporto con lui, sicuramente lo aiuta anche il fatto di essere stato un giocatore nel comprenderci meglio”.
Una stagione quella di Ricci che ho la visto partire ripetutamente in quintetto: “All’inizio non mi aspettavo tutta questa fiducia, gli devo tanto, la mia crescita è dovuta anche a questo. E’ bello che si fidi di me.
La bellezza di quest’anno giocando anche la coppa è che devi sempre stare li sul pezzo. Mi ricordo che all’ottava o nona vittoria consecutiva, ero molto contento il lunedì all’allenamento dopo la partita, mentre Sasha a inizio allenamento mi ha duramente redarguito su un paio di errori , ma è così che si cresce”.
Ed è l’ultima gara ufficiale quella che lo stesso Ricci reputa la migliore: “Quella in campo neutro a Belgrado con il Darussafaka, non forse la migliore tecnicamente, ma decisamente importante ed ho risposto bene sul campo”.
Ora che il basket si è fermato prende un po’ più spazio la vita dell’universitario Pippo Ricci che frequenta Matematica all’Università di Bologna: “L’obiettivo in queste settimane è quella di provare a fare un esame in più tra giugno e luglio, sto preparando Statistica Matematica e a breve comincio con le lezioni di Geometria 3. La matematica mi è sempre piaciuta molto. Studiare è complicato durante la stagione, perché per matematica devi davvero entrare dentro la materia. Cerco di fare così, studiare anche solo un’ora al giorno dopo gli allenamenti, ma davvero concentrato”.
Un’analisi che il giocatore del 1991 fa sul suo futuro, ma anche applicata allo sport: “Da grande? Anche solo fare il professore mi piacerebbe, però vorrei poi approfondire ancora di più il campo e trovare una specializzazione che mi possa appassionare e magari lavorare in azienda e mettermi in gioco. Nello sport invece penso che lo studio ti permetta di capire quanto sia importante essere concentrato sul campo. E poi questo dualismo mi aiuta, se un allenamento non va bene, ma studio una bella ora vado a letto comunque soddisfatto, ma anche la carica che ti dà un esame superato mi permette di avere ancora più energia in campo”.
Poi è stato il momento di spaziare con un po’ di aneddoti del passato ricordando ad esempio la prima convocazione in nazionale: “Mi arrivò la notifica della mail sul mio telefonino, mi sono crollate le gambe, non ero mica pronto a leggerlo così. Come quando ho scoperto dai social che ero nei 19 del pre-Mondiale, sapevo che doveva arrivare quel giorno, ogni momento provavo a scrollare per trovare la notizia. Un’emozione pazzesca”.
Oppure quando si è sentito che poteva davvero poter fare il giocatore professionista: “Verso la fine dell’esperienza a Casalpusterlengo, perdemmo la finale a gara 5, feci un gran campionato sia in A2 Silver che in A2 Gold, ho capito che allora potevo farlo per davvero, sempre con la mentalità di non fare il passo più lungo della gamba. Certo che anche quando con Cremona, pochi giorni dopo la firma, siamo stati ripescati in Serie A non mi è andata male”.