VIRTUS, LA STAGIONE DI STEFAN MARKOVIC
Coach Djordjevic: “Markovic in campo è una belva, ha una competitività feroce, lui e Teodosic hanno la capacità non solo di essere formidabili in campo ma anche di aiutare la loro squadra a crescere”.
Il classe ’88 originario di Belgrado è uno degli scudieri della Virtus 19/20 targata Sasha Djordjevic. Cuore e anima della squadra, i tifosi bianconeri hanno da subito apprezzato la sua grinta e la sua voglia di vincere messa in campo in ogni partita. Beniamino dei supporter bianconeri, ha ripagato l’affetto dei suoi tifosi con giocate preziose e con numeri importanti: miglior assist-man della Serie A con 6.7 passaggi vincenti a partita.
“Non ci si deve nascondere dietro la paura. Altrimenti il rischio è la mediocrità” – Stefan Markovic si presenta così in un’ assolata e afosa giornata di fine agosto.
“La presenza di Djordjevic è stata decisiva per il mio arrivo, è uno dei tre motivi per cui sono qui. Gli altri due sono la storia del club e il fatto che ci fosse Teodosic. Con il coach ho fatto un percorso importante in nazionale, tanti successi, tante medaglie. La mia generazione è cresciuta guardandolo giocare.”
Che il play serbo fosse destinato ad essere uno dei leader della Segafredo si intravede già nel giorno della sua presentazione: parlando più del suo allenatore e di chi
vestirà la sua stessa maglia durante la stagione e mettendo così in secondo piano tutto quello che lo riguarda.
Debutta con la canotta bianconera nella prima giornata di Campionato al PalaDozza contro la Virtus Roma. Non segna tanto, ma fa quello che gli riesce meglio, mandare a canestro i suoi compagni: 12 assist, 9 rimbalzi, 2 palloni recuperati, dimostrando una notevole capacità di tenere sempre in pugno la squadra, anche nei momenti più difficili. Tre giorni dopo, a Pistoia, Markovic regala un’altra prestazione d’alta scuola, doppia doppia per il play virtussino con 10 punti, 14 assist (record per un singolo match) e 7 rimbalzi, gioca soprattutto per gli altri e riesce sempre a vedere sempre qualcosa in più di tutti gli altri. Una gara definita dagli addetti ai lavori “da manuale della pallacanestro. La scienza applicata al basket” .
In EuroCup il suo apporto alle gare è assolutamente positivo, viaggia con la media di 5.7 passaggi riusciti in Regular Season e di 6 nelle Top16.
Il percorso europeo non può prescindere dalla sua forza e grinta. Nella prima partita contro Ulm, “Pefi” è ancora una volta il migliore in campo, gioca 32′ segnando 1/1 da due, 3/5 da tre, 5/6 ai liberi, recupera 3 palloni e mette a referto 8 assist. Gioca per la squadra e fa canestri importanti. Riesce a leggere alla perfezione la difesa avversaria. Nella seconda partita di coppa, contro Rishon, Markovic in 29′ fa 3/3 da due, 3/6 da tre, 3 rimbalzi, 4 assist. Quando decide di prendere la squadra per mano per gli israeliani sono dolori. Ha il tempo del gioco, testa e la capacità di mettere in ritmo tutti.
Amante della musica balcanica, sono diventati virali i video nei quali il campione serbo ascolta questo tipo di musica mentre si reca agli allenamenti o torna casa. Non disprezza nemmeno i sigari o un buon bicchiere di vino, tanto che, anche i suoi ex compagni di squadra, Shved in primis, conoscendolo non mancano mai di inviargli, attraverso giornalisti russi dislocati per l’Europa, questo tipo di regali.
Tornando al campo, la sua leadership è uno degli aspetti che ha reso Markovic un giocatore fondamentale per gli equilibri della squadra di Coach Djordjevic. Pur avendo in squadra giocatori del calibro di Teodosic, il playmaker numero 9 della Segafredo ha dimostrato di essere un leader e di poter, di conseguenza, prendersi la responsabilità nei momenti cruciali delle partite. Con il ritorno in campo di Milos, Pefi non è quasi mai sceso in panchina ma anzi ha continuato a giocare da play dimostrando di avere un’ottima intesa con il numero 44 bianconero. Una intesa che in campo si trasforma in maestria e supremazia ai danni dell’avversario. Basta vedere la partita giocata alla Segafredo Arena di fine dicembre, dove il duo serbo, con una prestazione formidabile, schianta Milano, infilando 18 assist totali e ribadendo il primato in classifica di Bologna ai danni della squadra di coach Messina.
Proprio sulla scelta Teodosic-Markovic, l’allenatore bianconero si è espresso così in una recente intervista: “Da CT. della Serbia ho imparato che non sempre i migliori 12 giocatori messi assieme formano la squadra migliore se non si incastrano al meglio. Con Teodosic e Markovic abbiamo due giocatori che ne formano uno solo tanto sono compatibili e si completano tecnicamente e come personalità. Hanno caratteri scherzosi, forti, orgogliosi, sono il vero prodotto del basket serbo. Teodosic è un campione vero, uno che non fa due allenamenti uguali, meno quando non ha voglia di allenarsi…, nel senso di quello che ti fa vedere e insegna anche ai compagni e allo staff quotidianamente. Markovic in campo è una belva, ha una competitività feroce, tutti e due hanno la capacità non solo di essere formidabili in campo ma anche di aiutare la loro squadra a crescere.”
LBA: 28.8 minuti, 7.1 punti, 6.7 assist.
EuroCup: 28.3 minuti, 8.6 punti, 5.8 assist.
https://youtu.be/BGNNUqkUJC8
Il classe ’88 originario di Belgrado è uno degli scudieri della Virtus 19/20 targata Sasha Djordjevic. Cuore e anima della squadra, i tifosi bianconeri hanno da subito apprezzato la sua grinta e la sua voglia di vincere messa in campo in ogni partita. Beniamino dei supporter bianconeri, ha ripagato l’affetto dei suoi tifosi con giocate preziose e con numeri importanti: miglior assist-man della Serie A con 6.7 passaggi vincenti a partita.
“Non ci si deve nascondere dietro la paura. Altrimenti il rischio è la mediocrità” – Stefan Markovic si presenta così in un’ assolata e afosa giornata di fine agosto.
“La presenza di Djordjevic è stata decisiva per il mio arrivo, è uno dei tre motivi per cui sono qui. Gli altri due sono la storia del club e il fatto che ci fosse Teodosic. Con il coach ho fatto un percorso importante in nazionale, tanti successi, tante medaglie. La mia generazione è cresciuta guardandolo giocare.”
Che il play serbo fosse destinato ad essere uno dei leader della Segafredo si intravede già nel giorno della sua presentazione: parlando più del suo allenatore e di chi
vestirà la sua stessa maglia durante la stagione e mettendo così in secondo piano tutto quello che lo riguarda.
Debutta con la canotta bianconera nella prima giornata di Campionato al PalaDozza contro la Virtus Roma. Non segna tanto, ma fa quello che gli riesce meglio, mandare a canestro i suoi compagni: 12 assist, 9 rimbalzi, 2 palloni recuperati, dimostrando una notevole capacità di tenere sempre in pugno la squadra, anche nei momenti più difficili. Tre giorni dopo, a Pistoia, Markovic regala un’altra prestazione d’alta scuola, doppia doppia per il play virtussino con 10 punti, 14 assist (record per un singolo match) e 7 rimbalzi, gioca soprattutto per gli altri e riesce sempre a vedere sempre qualcosa in più di tutti gli altri. Una gara definita dagli addetti ai lavori “da manuale della pallacanestro. La scienza applicata al basket” .
In EuroCup il suo apporto alle gare è assolutamente positivo, viaggia con la media di 5.7 passaggi riusciti in Regular Season e di 6 nelle Top16.
Il percorso europeo non può prescindere dalla sua forza e grinta. Nella prima partita contro Ulm, “Pefi” è ancora una volta il migliore in campo, gioca 32′ segnando 1/1 da due, 3/5 da tre, 5/6 ai liberi, recupera 3 palloni e mette a referto 8 assist. Gioca per la squadra e fa canestri importanti. Riesce a leggere alla perfezione la difesa avversaria. Nella seconda partita di coppa, contro Rishon, Markovic in 29′ fa 3/3 da due, 3/6 da tre, 3 rimbalzi, 4 assist. Quando decide di prendere la squadra per mano per gli israeliani sono dolori. Ha il tempo del gioco, testa e la capacità di mettere in ritmo tutti.
Amante della musica balcanica, sono diventati virali i video nei quali il campione serbo ascolta questo tipo di musica mentre si reca agli allenamenti o torna casa. Non disprezza nemmeno i sigari o un buon bicchiere di vino, tanto che, anche i suoi ex compagni di squadra, Shved in primis, conoscendolo non mancano mai di inviargli, attraverso giornalisti russi dislocati per l’Europa, questo tipo di regali.
Tornando al campo, la sua leadership è uno degli aspetti che ha reso Markovic un giocatore fondamentale per gli equilibri della squadra di Coach Djordjevic. Pur avendo in squadra giocatori del calibro di Teodosic, il playmaker numero 9 della Segafredo ha dimostrato di essere un leader e di poter, di conseguenza, prendersi la responsabilità nei momenti cruciali delle partite. Con il ritorno in campo di Milos, Pefi non è quasi mai sceso in panchina ma anzi ha continuato a giocare da play dimostrando di avere un’ottima intesa con il numero 44 bianconero. Una intesa che in campo si trasforma in maestria e supremazia ai danni dell’avversario. Basta vedere la partita giocata alla Segafredo Arena di fine dicembre, dove il duo serbo, con una prestazione formidabile, schianta Milano, infilando 18 assist totali e ribadendo il primato in classifica di Bologna ai danni della squadra di coach Messina.
Proprio sulla scelta Teodosic-Markovic, l’allenatore bianconero si è espresso così in una recente intervista: “Da CT. della Serbia ho imparato che non sempre i migliori 12 giocatori messi assieme formano la squadra migliore se non si incastrano al meglio. Con Teodosic e Markovic abbiamo due giocatori che ne formano uno solo tanto sono compatibili e si completano tecnicamente e come personalità. Hanno caratteri scherzosi, forti, orgogliosi, sono il vero prodotto del basket serbo. Teodosic è un campione vero, uno che non fa due allenamenti uguali, meno quando non ha voglia di allenarsi…, nel senso di quello che ti fa vedere e insegna anche ai compagni e allo staff quotidianamente. Markovic in campo è una belva, ha una competitività feroce, tutti e due hanno la capacità non solo di essere formidabili in campo ma anche di aiutare la loro squadra a crescere.”
LBA: 28.8 minuti, 7.1 punti, 6.7 assist.
EuroCup: 28.3 minuti, 8.6 punti, 5.8 assist.
https://youtu.be/BGNNUqkUJC8