BASILE, "BELINELLI? IO NON L'AVREI MAI FATTO, MA IL PRIMO AMORE NON SI SCORDA MAI. INOPPORTUNO PRENDERE IL NUMERO DI MAGLIA DI UN COMPAGNO"
Gianluca basile è stato sentito da Fabio Cavagna della Provincia. Un estratto dell'intervista.
"Marco era ritenuto il mio legittimo successore, anche se poi non andò proprio così. Perché io andai effettivamente al Barcellona, ma anche lui in seguito lasciò Bologna per avviare la carriera americana. Tornando invece all'oggi, tutto mi sarei aspettato meno il suo ritorno in Italia perché mai avrei pensato che qualcuno in serie A potesse permettersi un colpo del genere. Anche se la Virtus, in verità, ultimamente sta dimostrando di non badare alle spese...
La sua promessa? Era la dichiarazione di un ragazzo di 21 anni, alla quale non andava dato troppo peso. Comunque io non l'avrei mai fatta una scelta del genere di firmare per la Virtus. Anche se, ribadisco, la mia storia e la mia figura di fortitudino sono totalmente diverse dalle sue. Tra l'altro, Marco è cresciuto nelle giovanili della Virtus e il suo debutto in serie A è avvenuto proprio con quei colori. E, come ben sappiamo, il primo amore non si scorda mai...
Il prendere il numero di maglia di Abass? In effetti non è una bella immagine che dà di sé uno che si presenta per la prima volta nello spogliatoio. Inopportuno. Io avrei soprasseduto, forse perché non mi sono mai sentito legato a un numero. Vero che ho spesso avuto il 5, ma per esempio quando sono venuto a Cantù ho ripiegato sul 55 perché non sarei mai andato da Micov per chiedergli di rinunciare al suo 5 a favore mio. E così è stato anche l'anno dopo a Milano. Insomma, io avrei lasciato il 3 ad Abass.
E una fortuna per il basket italiano aver trovato imprenditori come Armani e ora Zanetti che non si risparmiano per allestire squadre forti. Zanetti a Bologna, ad esempio, mi sembra porsi sulle orme che furono di Seragnoli alla Fortitudo e di Cazzola alla Virtus. Peccato però che a causa della pandemia questo non sia il periodo giusto per il movimento. Perché si i top club non hanno accusato problematiche nonostante la crisi economica perché i loro proprietari vantano risorse tali da poterselo permettere, non altrettanto può dirsi per le altre società che avrebbero necessità come il pane di abbonamenti e di biglietteria. Con le porte chiuse, invece, per loro è davvero tosta"