La classica storia di Cenerentola, se vogliamo, ma stavolta con la mezzanotte che arriva, e la carrozza che resta tale senza diventare zucca. Sarà il classico addiction by subtraction, ma una Fortitudo ai minimi termini o quasi ritrova in un attimo cuore, maroni, gerarchie e responsabilità divise. E Venezia, che sarebbe dovuta essere una gara chiusa fin dall’inizio, diventa la migliore dell’anno, senza se e senza ma. E ora venga chi venga, ma si ricordino questi nove che fanno l’impresa che, forse, allontana non tanto l’ultimo posto in classifica, ma il concetto che questa squadra sia da ultimo posto in classifica. Oggi, proprio non lo è sembrato.

Si parte da far tremare le vene nei polsi, con 6 filati di Venezia e poca reazione. Poi, chi c’è ci mette tutto, forse anche qualcosina di più: Palumbi attacca e difende, Banks senza grilli per la testa punta il canestro, e di là Venezia si trova con troppi tiri di De Nicolao (6 in 4’) e gli altri a capirci poco. Il parziale è di 19-4, ma anche al primo girar di cambi la tensione non cambia, e peccato peer i troppi liberi buttati via da Withers (3/6, praticamente nella stessa azione), altrimenti sarebbe stato anche meglio del 25-14 del 10’.

Venezia non riesce a fare la voce grossa, e la difesa del fortino non sembra nemmeno tanto difficile: si deve riesumare l’acciaccato Mancinelli che si trova anche due punti in saccoccia per altrui interferenza, e si reggono anche un po’ di minuti del disconnesso Fletcher grazie alla buona lena di tutti gli altri. Anche tanti liberi (20 a 2 a fine primo tempo), ma quel che conta è un soddisfacente 37-29 sul tabellone al 20’.

Davide soffre le pene dell’inferno, anche perché Golia triplica Banks e, with a little help from my friends, Venezia sorpassa sfruttando un antisportivo e tecnico alla panchina (con Dalmonte a chiedere almeno una occhiata all’instant replay). Si deve tornare a Totè per coprire un imballato Hunt, poi un altro antisportivo è il viatico per mandare Venezia a +6: si sente quasi solo la voce di Dalmonte a brontolare, ma le intemperie sfilacciano la bella favola, ed è 47-53 al 30’.

I nove piccoli indiani potrebbero collassare sul -8, ma c’è ancora tanta vita: bombe di Banks e Mancinelli, addirittura il risveglio di Fletcher, e nuovo 16-3 di parziale. Non trema nessuno, proprio nessuno: Venezia non trova gente a cui affidarsi con continuità, e quando Sabatini giustifica i suoi minuti con tripla e recupero la storia inizia a farsi interessante. +7, quando Bramos mette due triple e fa davvero paura. Sabatini mette un libero su 4, ma Stone cicca il sorpasso e Banks chiude dalla lunetta. Su Marte non solo c’è vita, ma ci si può anche divertire.

(Foto BCL)

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