CHILLO, "CON IL RITORNO DELLA FOSSA PER NOI SARA' PIU' DIFFICILE"
Matteo Chillo, ala grande di Treviso e fortitudino dalla nascita, è stato intervistato nel corso di “Basket Case” su Radio 1909 (condotta da Riccardo Corsolini, Andrea Fanti ed Eugenio Fontana) in vista del prossimo match che vedrà la Fortitudo ospitare Treviso al PalaDozza domenica alle 17.
-Quali sono i benefici e gli svantaggi di essere partiti prima rispetto alle altre squadre con la preparazione, arrivando adesso con una forma diversa?
Al momento guardando il trand di vittorie e sconfitte è abbastanza positivo il fatto di essere partiti prima, abbiamo avuto un piccolo calo con Sassari in casa o comunque nel periodo con le due sconfitte consecutive.
Il vantaggio di giocare in coppa è stato nel giocare subito ad Atene e vincere così rialzare subito il morale e pensare meno alle sconfitte con Napoli e Sassari.
-Vi state rilassando per domenica?
È solo un relax momentaneo, un ricaricare le pile.
-Avete avuto un cambio di centro da Mekowulu a Sims, come ti stai trovando con Henry e se ti sei mai chiesto perché la fortitudo non abbia puntato forte su un suo ritorno.
Sono due giocatori differenti, Mekowulu è più atleta, un saltatore, uno che predilige il pick’n’roll, hai più spazio con lui sul perimetro per muoverti liberamente, mentre a Henry piace più “poppare”, ha un ottimo tiro dalla media e una mano che passa la palla come una guardia. Non so per quale motivo la fortitudo non abbia puntato su un suo ritorno.
-Dal punto di vista personale che ragazzo hai trovato in Henry?
Un bravissimo ragazzo, tranquillissimo, uno molto competitivo che vuole sempre vincere anche in allenamento. Si arrabbia molto, ma positivamente, vuol dire che ci tiene.
Non è uno di quelli che a fine allenamento si lascia andare, ad esempio: le partitelle finiscono 1-1? Lui vuole fare la terza.
-Ti trovi in una situazione che puoi essere considerato veterano a 28 anni, come ti senti in questo contesto di squadra che sta puntando molto su un progetto di giovani?
Nel basket a 28/30 anni sei già un super veterano, l’età biologica non arriva molto più in là, a meno che tu non sia Logan, che è un caso a parte, con cui ho giocato e meravigliandomi che a 39 anni sia ancora in quelle condizioni. Bisogna avere fortuna di non incappare in infortuni.
Con Bortolani e Casarin ho anche il compito di dare una mano sui consigli nelle situazioni di gioco, anche se vedo che son tutti e due belli scafati, posso dargli una mano sulle situazioni extra, per esempio nel rapporto con la società ecc.
-Raccontaci questi tre anni a Treviso e il tuo rapporto con Menetti.
Questi tre anni mi hanno dato tanto, partendo dalla A2 siamo subito saliti ai playoff, poi c’è stato l’anno in cui ci hanno interrotto il campionato, nel quale eravamo partiti così così, ma stavamo prendendo il ritmo quando alla fine ci hanno interrotto e poi l’anno scorso abbiamo fatto una super stagione arrivando 6º permettendoci di qualificarci alla champions league. Son stati tre anni nei quali c’è stata una bella scalata.
Menetti mi ha dato tanto, quando sono arrivato c’è stata una grande voglia di prendermi ed avermi in squadra, quando un giocatore è così richiesto fa fatica a non accettare. Ho avuto un grande desiderio di mettermi in gioco. Una volta arrivato ci siamo conosciuti ed ho capito che tipo di allenatore era, un coach con la mentalità vincente, che vuole sempre il massimo fino alla sirena. Ad esempio: si arrabbia tantissimo se in una partita del girone di andata, stai vincendo di 10 e sull’ultimo tiro non difendi, perché per la differenza punti può fare la differenza, non tutti hanno questa mentalità.
-Era il 7 novembre 2020 quando chillo segnava 16 punti nella vittoria esterna di Treviso sulla fortitudo, sarà il 7 novembre 2021 quando chillo tornerà al PalaDozza, con la differenza del ritorno della Fossa Dei leoni, cosa vuol dire andare in campo con la fossa sugli spalti?
So benissimo cosa vuol dire, è tutto diverso dall’anno scorso…l’anno scorso senza pubblico le prime partite son state difficili da affrontare ….sembrava un’amichevole, la cosa brutta è che Ti abitui e che alla fine te lo fai andare bene così. Ho visto il comunicato dei ragazzi della fossa che ovviamente (ride) contro di noi tornano al palazzo, è stata una bella gag, ma alla fine ci sta, l’ho letto ed ho capito benissimo tutti i punti, ci sta che tornino e per noi sara molto più difficile.
-Tornare a giocare contro, ma anche osservato dagli spalti da amici e conoscenti, cosa vuol dire per te?
Ci sarà sicuramente meno calca, per ovvi motivi, non il pienone stipato dappertutto, ma comunque so che ci metteranno tutta la fotta del caso visto che mancano da tanto.
-Cosa vi aspettate dalla fortitudo (lato campo)?
Ci ho giocato e so cosa vuol dire giocare con o senza la fossa, anche se non stai passando un bellissimo momento a livello di risultati, hai comunque una carica in più, un’arma in più per una squadra che ancora deve cercare il proprio assetto. La maggior parte di loro non sanno cosa significhi giocare con la fossa. Vedendo le ultime partite e conoscendo il coach, immagino abbiano lavorato tanto sulla difesa, anche negli ultimi incontri han fatto vedere l’opposto. Credo che sia uno dei punti fondamentali dell’allenatore.
-Come si supera, un momento “taglio-non taglio” mentalmente?
Adesso i giornali fanno la loro parte, bisogna esserci dentro per capirle realmente. Son tutte decisioni che devono restare all’interno dello spogliatoio per non dire in dirigenza. Difficile avere un metodo per superare la cosa.
-Logan è stato il giocatore più forte con cui hai giocato?
Penso di sì, sicuramente come talento si, sorprendente l’integrità fisica, non voglio tirargliela, l’anno scorso a parte un po’ di normale calo nella seconda parte del campionato, ha tirato la carretta per tutta la prima parte della stagione, facendo partite incredibili. Attirava le difese su di lui e certe volte segnavi da solo grazie al fatto che si concentravano più sul difendere David.
-Facevi parte della squadra che ha passato tante intemperie, durante la stagione 2017-2018, con l’avvicendamento di Pozzecco su Boniciolli, quell’anno la squadra non riuscì ad ingranare. Come ricorda quella stagione?
Cosa successe all’interno del gruppo visto che tutti si aspettavano da quella fortitudo come minimo la finale playoff se non la promozione dopo le due mancate nelle due stagioni precedenti?
È stata una stagione turbolenta, con un sacco di cambiamenti voluti e dovuti per il fatto del cambio dell’allenatore. Siamo riusciti ad arrivare in semifinale, ho ancora benissimo in mente due episodi sul finale di entrambe le gare a casale Monferrato dove se fossimo venuti a Bologna sull’1-1, la finale sarebbe diventata un terno al lotto, togliendo gara-4 nella quale abbiamo preso un’imbarcata assurda, con i se e con i ma si fa veramente poco, casale era più quadrata di noi avendo anche fatto un anno più lineare meritando la finale.
Siamo comunque riusciti ad arrivare in semifinali e arrivare al palazzo sul 2-0 come siamo arrivati, o sull’1-1 cambiava tutto anche perché in gara3 non c’è mai stata partita.
-Ultima domanda ignorante: in quanti ti hanno paragonato a Chris Hemsworth visto che c’era un ragazzo che per strada quando eri a Bologna ti chiamava sempre Thor?
Si quando avevo i capelli lunghi in tanti (ride).