IL DOPOPARTITA DI FORTITUDO-CREMONA
E allora c'è vita su Marte, si potrebbe dire dopo la convincente vittoria di ieri della Fortitudo contro una Cremona giustamente temuta ma, alla resa dei conti, tosta ad appoggiare la propria testa laddove il ghigliottinatore aveva tanta voglia di mostrare le prodezze della propria lama. E, pur non stando qui a fare il discorso su quanti indizi servano a fare una prova, ecco che di 120' by Dalmonte almeno un centinaio sono stati più che discreti. Difendendo come mai prima, e almeno ieri attaccando con gerarchie: bene ha fatto Aradori servito a dovere, ancora meglio per quello che sono le aspettative un Totè di cui, a questo punto, ci si chiede (oltre al perchè dell'NE contro Martino) se prima giocasse con le scarpe al contrario. Dominio a rimbalzo, contro Cremona, toccando quota 50 come carambole e con due esterni, Aradori e Saunders, a farne atterrare 9, di bocce. Con questa intensità, come diceva quel film, Qualcosa è cambiato, senza stare a pensare se prima fosse l'allenatore a non capire la squadra o la squadra a non voler capire.
Ora la Fortitudo non è più ultima in solitaria, ma soprattutto potrebbe da questa partita far uscire un maggiore ottimismo o, soprattutto, convinzione nei propri mezzi, non facendo passare il messaggio che Pesaro fosse stata un gentile omaggio del coach più amato della storia biancoblu. Non ci si ferma, tra una trasferta a Bilbao che dovrà essere onorata anche solo per non spegnere il buon momento, e un'altra casalinga, domenica, contro l'enigmatica Venezia di questi tempi. Ma, come detto da Dalmonte, quella di ieri era discretamente, discretamente, importante.
La Fortitudo è una regola - 77% al tiro e 33 punti tra Pesaro e Cremona. E se Totè fosse finalmente diventato un giocatore? In attesa di capire cosa fare di tutta la quantità di lunghi, vederlo evolvere anche nel ruolo di 4 tanto male non è. Poi Aradori, alla migliore o quasi in maglia Effe. Un po' di serenità, finalmente.
Ci stiamo sbagliando ragazzi - Non è male vincere in una gara opaca di Fantinelli, che in altre occasioni era parso davvero il catalizzatore di tutte le fortune bolognesi. Poi rimarrà il problema di cosa fare di tanta gente: Sabatini pare esautorato (nessun minuto giocato nell'era Dalmonte), Palumbo tornato NE, Fletcher raffreddato. Molto del futuro della Fortitudo passa anche dal capire da chi andare e quando, per non rischiare di trovare menti e mani sconnesse.
(Foto Valentino Orsini - Fortitudo Pallacanestro 103)