Intervistato da Eugenio Fontana a 1000cuorirossoblu, Giacomo Galanda ha parlato anche di Fortitudo.

Una domanda sulla Fortitudo è d'obbligo. Che idea di sei fatto sulla stagione ed il futuro biancoblu?

Domanda che può essere molto semplice ma al tempo stesso molto complessa. Una stagione complicata, iniziata in una maniera e finita in un'altra. Purtroppo quando succede questo ci sono pochi punti di riferimento e questo si è visto nell'epilogo, sono mancate fiducia e convinzione. I due derby dovevano essere due partite assolutamente a favore della Virtus ed invece la Fortitudo si è dimostrata assolutamente all'altezza, addirittura più in quello fuori casa. Quindi la squadra aveva dei valori, aveva delle capacità. Poi ci sono state sfortune e infortuni ma quello che è mancato sono stati i punti di riferimento in una stagione nella quale la Fortitudo è cambiata davvero troppo e questo ha creato confusione, polemiche, alti e bassi di difficile gestione quando poi ci si va a giocare traguardi così importanti come la permanenza in LBA.
Certamente la serie A sarà orfana della Fortitudo, che ha il palazzetto più riempito d'Italia ma non si può piangere sul latte versato, vanno fatti investimenti a partire dal prossimo campionato, il settore giovanile deve essere la chiave per la Fortitudo, deve, anche come indole propria, puntare su questo, essere società di riferimento per i ragazzi come fa la Virtus. Mi auguro ci riesca presto, deve ricostruire dalla produzione di giocatori propri. Ha una grande occasione, può farlo. Siamo sempre a Basket City , la Fortitudo non morirà mai perché la passione c'è, gli appassionati ci sono. Non c'è da piangere ma da lavorare su un percorso che può essere quello della massima eccellenza, mattoncino dopo mattoncino, partendo dai più giovani e da una produzione propria.


(foto Valentino Orsini)

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