Ci deve essere qualcosa nell'aria di Agropoli, se una squadra già amputata di un titolare ed un cambio nello stesso ruolo o quasi, ulteriormente ferita dall'espulsione del proprio principale attaccante, e ancor di più cassata dalla giornataccia di un altro giocatore, fischiatissimo dai suoi ex tifosi, invece di appoggiare la testa sul ceppo e farsela mozzare abbia continuato a lottare, risalendo come la carpa di Nek e rischiando, ad un certo punto, di ribaltare un esito già certo, o quasi. Così sono andate le cose in quel di Scafati, in una serata che a leggere il tabellino potrebbe far pensare ad un incontro di wrestling (2-1 gli espulsi, tutti e tre forse con esagerazioni arbitrali dato che, chissà, si sarebbe potuto tirar orecchie invece che mostrar pugni alzati) quando, forse, non si è in realtà mai andati oltre il normale agonismo playoffaro. Boniciolli alla fine gongola, butta lì che non c'era poi Re Salomone a distribuire tiri liberi, e come giusto che sia sgrida Lazzarone Italiano per gli eccessi ormonali che lo hanno portato alla prima delle due espulsioni.

Vai poi a rileggere e a capire, nelle due fagiolate (Italiano-Roderick prima, Daniel-Spizzichini poi) chi sia stato colpevole e chi colpevolizzato: sicuro che alla lunga Bologna ha avuto più vantaggi che svantaggi – certo, anche se poi il cesto pareggio lo ha avuto in mano due volte Agropoli – ma non si spiega, comunque sia, il nervosismo già bello pimpante in una sfida che è solo all'alba della propria esistenza. Complice anche il semicampo neutro, non è che l'ambiente fosse da elmetto in testa, e anzi alla fine sono state più le lamentazioni per i cori contro Spizzichini provenienti dal settore bolognese (avviso ai naviganti: se la Federazione ha fatto cassa per Lestini, venerdì ci sarà da staccare eccome altri assegni, per la Fortitudo). E allora sarà il caso di raffreddare gli animi, un po' tutti, per quel che si potrà. Per ora si paga 2000 per squalifica, che sommando il tutto porta sul tavolo fortitudino, alla fine della serata, un totale di 6000 euro tra cattivi sul campo e cori dalle tribune.

Il campo, intanto, cosa ha detto? Che la Fortitudo è più lunga, e che Boniciolli in frigo ha riserve che l'attuale menomato Paternoster si sogna. Che magari i problemi di una regia spumeggiante ma inesperta potrebbero saltare fuori, alla distanza (Candi esplosivo prima, normalmente sul chi va là quando Agropoli ha iniziato ad arrembare), specie se Montano continuerà a cercar prima lo sblocco personale che non la beneficienza per i compagni, e se Sorrentino si limiterà al proprio compitino senza aggiungerci altro. E che, comunque sia, le cifre sussurrano che la Fortitudo è alla sesta vittoria consecutiva tra campionato e playoff, la terza in trasferta, e che Raucci, offeso da chi gli diceva senza di te fanno sempre canestro, si è autobentornato con 5/5. Insomma: tutto fa credere che la sfida sia già in qualche modo orientata verso Felsina. E appunto questo è il pensiero che Boniciolli dovrà estirpare, anche a costo di smatafloni, dalle teste dei suoi ragazzuoli.


Ancora un altro entusiasmo ti farà pulsare il cuore - La riscossa dopo l'inizio titubante, la voglia di chilometraggio da chi ha disceso la Penisola per seguire la propria truppa. Raucci. Flowers sbocciato quando, all'inizio, il prato non ne voleva sapere di fiorire.

Ne abbiamo avute di occasioni perdendole - Il rischio che Boniciolli possa stancarsi di aspettare Montano, il cui 0/4 nei primi 5' pare ormai una tassa ineluttabile. E i troppi cori, forse, contro Spizzichini: ok, il giocatore non è stato amato, ma Danilovic, da qualche parte dell'Adriatico, potrebbe offendersi per come i trattamenti un tempo dedicati a lui ora finiscano a gente, diciamo, che proprio Danilovic non è. Se poi si considera che la serie potrebbe durare almeno altre due gare, o si mette il silenziatore alle ugole o qui il rischio è di incenerire il budget del prossimo anno per multe successive a cori spizzichinichi.


(Photo by Roberto Serra / Iguana Press / Fortitudo Eternedile Bologna)

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