Fortitudo - Cantu', la serie dei quarti tra gara 2 e gara 3

Lasciando come normale che sia tutte le righe - o quasi - dello sport locale ad essere concentrate sulla pedata, quel che si può dire dopo le prime due partite in trasferta è che stavolta il muggito (cit.) del Paladozza dovrà essere davvero forte, dato che la squadra sembra molto, molto spompa. Indipendentemente dal motivo, e sull'anagrafe e/o sulle scarse rotazioni seguirà dibattito, quanto visto a Desio è un gruppo ancora abbastanza solido, dal momento che non si è mai collassato anche quando il punteggio invitava allo stendersi sul fondale dell'abisso, ma che qualcosa manca, da un po' tutte le parti. I punti di tanti esterni, o meglio la certezza di potercisi affidare, intanto. Poi, la tenuta fisica contro avversari che hanno altrettanti muscoli e un numero maggiore di corpi su cui questi sono distribuiti. Infine, il dinamismo che ti fa andare a prendere il rimbalzo lungo o reggere un contrasto. Ecco, queste sono le cose che sono mancate. E in partite dal punteggio basso, farsi soffiare un rimbalzo d'attacco da chi ha appena sbagliato un libero (e tripla annessa) o dimenticarsi di seguire un avversario in un taglio sul lato corto (e cesto annesso) sono errori mortalissimi.
Sia chiaro, se Cantu' è arrivata davanti in classifica ci sarà un motivo, così come per lo 0-8 delle squadre in trasferta nelle prime gare di playoff. E quindi non è la Fortitudo odierna ad essere punita, quanto il fatto che forse la montagna è troppo ripida, almeno per quanto visto finora, e questo per cause pregresse. Ma che l'ambiente sia già proiettato verso la vacanza, e che l'atmosfera sia quella del non crederci poi nemmeno tanto, forse non è la soluzione migliore. Il tempo per capire dove si è sbagliato - o, vedendola con termini meno negativi, per capire perchè le avversarie sono più forti - ci sarà al momento dell'eliminazione. Però, non si dice finchè c'è vita c'è speranza, e come diceva Lenny Kravitz, it ain't over ‘til it’s over? E allora facciamola overare, ‘sta serie. Poi ci chiederemo il perchè delle bizze di Gabriel, del nervosismo di Freeman, della sparizione della panchina con annessi titolari esausti e via discorrendo. Ora, c’è ancora una sconfitta che separa dal rompete le righe: che la si procrastini, grazie.