(Foto Valentino Orsini - Fortitudo Pallacanestro 103)
(Foto Valentino Orsini - Fortitudo Pallacanestro 103)

Attilio Caja è stato ospite di Vitamina Effe su Nettuno Bologna Uno.

Fisicamente come state? “Buona condizione, abbiamo continuato in queste due settimane a lavorare bene, è dal 18 di agosto che i ragazzi lo stanno facendo. Non puoi per 9 mesi essere per sempre al top, ci sta che in certi momenti tu non possa performare al 100%, ma sono ragazzi sopra la media per la mole di lavoro che stanno facendo”

Che serie ci aspetteremo con Treviglio? “E' una squadra profonda, costruita per salire. Lasciamo perdere noi, ma in estate erano molto quotati. Hanno avuto problematiche fisiche, dopo si sono rimessi in sesto e sono da rispettare. Già nell'orologio si è visto come abbiano individualità importanti: Vitali non lo devo presentare io, un play di altissimo livello, non vai in Nazionale per caso. L'ho avuto a Cremona in un momento di difficoltà ma fece comunque bene, vede il gioco in modo incredibile, stressa molto la difesa perchè sa trovare sempre buone soluzioni. Miaschi è giocatore da A1, ha fisicità, tiro importante, sa mettere la palla per terra, bravi loro ad averlo firmato. E altro giocatore che ammetto di non conoscere perchè ho fatto tanta A1 è Guariglia, che ha doppia dimensione, è un agonista, e contro di noi ci ha creato problemi. La difesa davanti a certi giocatori devono fare delle scelte e rischi di essere sempre scoperto. E non consideriamo gli americani: Harris me lo ricordo in FIBA quando lo affrontai contro Reggio Emilia, Pacher ha vinto campionati, insomma è una squadra costruita, anche con spese importanti, per vincere. Sappiamo quanto valgono, li rispettiamo, ci siamo impegnati al massimo dopo la partita di Trapani per prepararci, servirà una delle partite migliori della annata sia in difesa che in attacco”

Cosa deve scattare nei playoff? “Si dice sempre che si alzano intensità e contatto fisico, e noi da questo punto di vista siamo preparati perchè fin da subito i nostri si sono preparati su questo aspetto. Diventa importante la mentalità, perchè bisogna dare importanza ad ogni possesso, ad ogni palla vagante, ad ogni tagliafuori. I playoff dell'Eurolega lo dimostrano, il Panathinaikos rischia con la settimana, il Monaco rischia con la sesta, le squadre sono talmente vicine come livello che ogni piccola cosa può essere importante. Ognuno deve mettere tutto quello che ha dentro”

Le rotazioni sono aumentate? “I ragazzi della panchina si sono meritati la mia fiducia e lo spazio che stanno avendo, sono cresciuti. Conti ha fatto a Trapani una partita di alto livello, per le scelte fatte e per come ha impostato il gioco lontano dalla palla, cose sei mesi fa impensabili. Uguale dicasi per Panni che ha avuto spazio e fiducia anche prima e l'ha confermata nell'orologio: dipende molto dalle percentuali, ma io mi fido molto del suo tiro. Sergio mi dà affidamento anche se non ha continuità al tiro, e Morgillo è cresciuto pur commettendo ancora errori. Come tutti i giocatori della panchina sono diversi dai titolari, ma lui può fare buone cose anche se a volte ricade in errori del passato. L'ultimo è Giuri: mi rendo conto che la gente si aspettava meglio dal suo tabellino, ma io ho detto sempre che entrare in questo gruppo non è facile. Non si può pensare che uno arrivi e disfi tutto, e io sono assolutamente soddisfatto del suo inserimento. E sono contento che la società me lo abbia messo a disposizione”

Qualcuno dice che durante l'anno la panchina non è stata valorizzata. “Prima non erano in grado di giocare, non c'era molto da valorizzare. Siamo stati primi in classifica per un sacco di tempo e poi secondi, avrei dovuto perdere partite per valorizzarli? Quale è il fine ultimo, vincere le partite o no? Se il fine ultimo è vincerle, siamo stati primi in classifica per 21 gare su 22, si poteva fare meglio? Forse sì, ma anche molto peggio. Dovevo farli giocare e perdere le partite? Meglio di così non si poteva fare, se prima non giocavano era perchè non erano in grado di performare. Non erano in grado di giocare ai massimi livelli di A2, che è diverso dal giocare per il decimo posto. Ora la panchina è cresciuta. Di recente siamo stati ad un evento del nostro socio, Malaguti, e si è parlato della differenza tra fede e fiducia: se mi dimostri che meriti fiducia, io ti faccio giocare. La fede si ha nelle cose astratte, nel Padreterno, ed è diversa dalla fiducia”

Il secondo posto comunque non era scontato, viste le aspettative iniziali. “Siamo molto contenti del nostro percorso, da agosto stiamo facendo un lavoro serio e impegnativo, fin da quando a Zola Predosa i ragazzi correvano sotto il sole a 40 gradi. Siamo partiti con 8 vittorie consecutive, e a posteriori si è visto il valore delle squadre che abbiamo battuto. Una ottima prima parte, ma in generale tutto il campionato è andato bene perchè non puoi pensare di andare sempre a tavoletta. Abbiamo gestito i momenti di leggero calo e di problemi con gli infortuni come posso avere tutte le squadre, e anche nei momenti di basso siamo stati sopra la sufficienza. Annata molto piacevole, al Palazzo c'è sempre stata una atmosfera incredibile, i tifosi ci fanno sentire a casa anche in trasferta, e non è come da altre parti dove cantano solo gli ultras: quando la Fossa parte il resto della gente li segue, e io ringrazio la società per averci messo nelle condizioni migliori per lavorare. Ora si riparte da zero, e speriamo di fare bene”

Obiettivi per i playoff? Provare a salire? “Lavoriamo tutti i giorni per vincere tutte le partite, uno poi capisca cosa vuole dire cercare di vincere tutte le partite… Poi ci sono anche gli avversari, non è come nel nuoto o nell'atletica dove lotti contro il tempo. Noi abbiamo già archiviato questa ottima parte di stagione ma non ci accontentiamo, abbiamo le possibilità per vincere e da mesi ci stiamo preparando per questo”

Prossimo anno resterà in Fortitudo? “Ora sono concentrato su questa stagione. La società non ci ha messo pressione, ma sono io ad essere competitivo perchè non accetto risultati diversi dal massimo possibile. Tutto il resto per me sarebbe una delusione, e quando sentivo che non volevamo arrivare secondi pensavo mancasse rispetto per gli avversari, dato che comunque dei turni li devi passare. Io rispetto sempre chi ho davanti, quindi penso a vincere il primo turno, poi il secondo, e andare fino in fondo. Sono felice di quanto fatto fino ad oggi, sarei deluso se non riuscissi a continuare”

Cosa l'ha colpita di questa squadra, in positivo o in negativo? “In negativo niente. Sarà stata anche una colpa mia, ma avendo fatto per anni la A1 non conoscevo tanto: Fantinelli, Aradori, qualcosa di Bolpin e degli americani, ma gli altri li avevo visti solo in video. Non avevo quindi aspettative tali da pensare che potessero deludermi, il pubblico è stato fantastico, poi cosa vuoi che ci possa essere di non buono dato che siamo stati sempre tra le prime? Sono io che non mi accontento mai, e che chiedo 100 se mi danno 90. Io spingo sempre a tavoletta”

A livello di professionalità e organizzazione societaria, la Fortitudo è pronta per la A1? “Siamo partiti molto tardi, a metà luglio c'era l'emergenza perchè le palestre per gli allenamenti erano occupate. Abbiamo trovato Zola Predosa e siamo stati molto bene. La società è seria, ha una puntualità nei pagamenti che non ha eguali, ho trovato gente disponibile come quantità di lavoro. Poi come in ogni cosa della vita tutto è migliorabile, ma ci sono ottime basi e ottime persone per crescere”

Come si scinde l'allenatore che vive le partite e gli allenamenti in un certo modo, dall'uomo? “Io sono fatto così, sono in piedi accanto ai giocatori per far capire loro che combatto con loro. E ho detto a mia moglie che se mi vede seduto è perchè è il momento di smettere e andare a casa. Posso avere modi per qualcuno non piacevoli, mi rendo conto di essere a volte eccessivo, ma è un pacchetto completo di miei pregi e difetti, come tutti. Io cerco di spingere i giocatori, e mi aspetto che diano la stessa passione ed energia che ci metto io, altrimenti mia moglie ha il diritto di dire che è il momento di fare altre cose”

Lei in questa squadra è il terzo americano. “Gli unici non sostituibili sono quelli che mettono i soldi. Trovare gente che ne mette, anche a fondo perduto, non è scontato. Il resto è sostituibile, ma le società e tifosi non lo sono: noi facciamo un gioco, impegnativo, ma lavorare è un'altra cosa. Io dico che qua mi sto trovando benissimo, così come la mia famiglia. E vorrei ricordare anche i miei collaboratori, gli assistenti, tutta la squadra preziosa che si dà da fare"

Confermerebbe gli americani? “Ora è presto, ma se vinciamo il campionato come fai a mandarli via?”

In Fortitudo c'è un ritrovato amore che di recente era venuto meno. “E' bellissimo. Quando entriamo in campo vediamo già grande entusiasmo e una partecipazione totale che altrove hanno forse solo gli ultras. Mi hanno detto che nei playoff questo sarà ancora maggiore, me lo auguro per raggiungere il miglior risultato possibile”

 

 

 

 

 

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