(Foto Mauro Donati)
(Foto Mauro Donati)

Cifre, prima di tutto. 61-28 il punteggio, 79 a 13 la valutazione, 21/35 al tiro (con 10/19 da 3) contro 10/29. Il secondo tempo della Fortitudo a Casale è parso uno di quelli di quanto si affrontano squadre giovanili di diversa stazza, e la debole deve solo sperare di finire in fretta. Facendo così arrivare un risultato finale che, in casa piemontese, nessuno avrebbe ritenuto possibile dopo un primo tempo talmente noioso e canonico da far credere ad un finale scontato. Il resto, lo sappiamo: si sono tutti piantati, e non può essere colpa della sola assenza di Fantinelli se le cose sono andate in questo modo. Uno, perchè con Trieste in casa si era fatto di necessità virtù e tutti avevano dato di più. Due, perchè qualcosa di simile era successo qualche settimana fa a Verona, quando erano stati 17 i punti evaporati in poco tempo. Si pensava fosse stato un attimo di sbandamento, ma ecco il secondo indizio: nei secondi tempi si soffre. O, come a Casale, si esce dal campo.

Ora è chiaro che qualche nodo sta venendo al pettine, di una stagione fin qui esaltante ma dove chiaramente la locomotiva dei titolari non è riuscita in maniera soddisfacente a trainare anche la crescita delle seconde linee. Per cui, una volta richiesto uno sforzo non di corollario ma di necessità, le cose sono andate come sono andate. Sarebbe però ingeneroso e superficiale accusare i Sergio etc della sconfitta di Casale, nata prima con il crollo dei titolari (Ogden a parte) e non puntellata dagli altri. Male Bolpin e Aradori, male Panni che da regista non incide come da incursore, confuso Freeman: se mancano le fondamenta, la casa non si costruisce, tutto qua. E, detto che la classifica non ne risente più di tanto se non nell'allontanarsi del primo posto, si aprirà non una ma due settimane di discussioni: si deve intervenire? E come, e dove, e con quale peso? Allora, che si chiarisca cosa vuole Caja, cosa può dare la società, e soprattutto sia evidenziato una volta per tutte dove si vuole arrivare. Ieri, diciamo, poteva finire in un altro modo e la terza sconfitta consecutiva in trasferta dice che la Effe di oggi non è quella autunnale. Nessuno lo pretendeva ma, come si sa, quando abitui bene, tutto diventa più complesso.

Conti
Conti (Foto Mauro Donati)

 

Just like heaven

Ogden, solo lui. Poi, Taflaj: evidentemente talmente fuori dalle rotazioni di Caja da non essere considerato nemmeno in giornate come queste, la sua chiamata con la nazionale di Albania permette alla Effe di rinviare la prevista prossima con Treviglio, dando a Fantinelli la possibilità di evitare una assenza. Visto e considerato come sono andate le cose senza di lui, sarà forse l'unica cosa per cui ricorderemo Taflaj, la cui stagione non è stata, finora, di quelle da mandare in memoria?

Disintegration

E' chiaro che Bolpin non è giocatore che si possa prendere le bacchette e diventare direttore d'orchestra, e ieri lo si è visto. La peggiore della stagione anche per Aradori, uscito dopo un errore verso la fine del terzo quarto, cazziato e mai più rientrato. Brutta giornata, vedremo se sarà temporale estivo o altro.

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La vittoria di Napoli, undicesima società diversa dal 2002