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(foto Virtus Segafredo Bologna)
(foto Virtus Segafredo Bologna)

Preparata in maniera magistrale da Peppe Poeta, la prima partita di finale tra Virtus e Brescia si è rivelata davvero ostica per i bianconeri, che per portarla a casa hanno dovuto sudare le proverbiali sette camicie. Ottima circolazione, il 41% da tre - specialità che per la Segafredo continua a rimanere ostica - e primi 25’ col naso avanti, anche di dieci lunghezze. 

La Virtus non è stata magari brillantissima, ma è stata brava a non mollare mai, aggrappandosi a un monumentale Shengelia nel primo tempo e trovando risposte da tanti altri nel secondo, Morgan in primis. E risolvendo il problema rimbalzi - che nel primo tempo era stato importante - dopo la pausa. 

La Germani non ha mollato nemmeno dopo l’infortunio di Ndour, e si è arrivati a un finale punto a punto, in cui prima la tripla di Morgan, poi le due giocate decisive di Cordinier (rimbalzo in attacco volante e recupero) l’hanno chiusa a favore dei bianconeri.

E’ stata davvero una vittoria sofferta, ma è stato fatto un passo in avanti verso lo scudetto. Poeta ha ammesso candidamente che la sua squadra ha fatto una partita super, ma per vincere a Bologna bisogna essere perfetti. E qualcosa è mancato. Per le prossime partite, bisognerà capire quanto Brescia avrà ancora da dare, visto che l’infortunio di Ndour (muscolare) non pare una cosa banale, e probabilmente il senegalese salterà il resto della serie. Così le rotazioni di Poeta, già più corte di quelle bianconere - nonostante le persistenti assenze di Clyburn e Polonara - saranno ancora più striminzite. Già da domani sera si vedrà chi avrà più energie.

La Virtus - dal canto suo - continua ad avere un’irresistibile voglia di vincere, che la sta aiutando anche nei momenti in cui il gioco non è brillante.

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