Le parole di Luca Dalmonte alla vigilia del derby di domani.

“L'obiettivo che mi sono posto in queste ultime ore è di cercare, in tutti i modi, di far capire cosa significhi derby per il nostro popolo. E, di conseguenza, cosa significhi giocare con la maglia della Fortitudo. Devo far comprendere che c'è un aspetto tecnico e tattico, ma anche soprattutto emotivo, che deve essere dimostrato senza le parole di rito, quelle che magari ripetiamo a memoria, ma che deve essere davvero sentito dentro al campo. Per ogni azione, per ogni scivolamento, per ogni secondo che sarà dentro la partita. Poi c'è l'aspetto tecnico-tattico: dico già che avremo Saunders fuori e Withers in dubbio fino all'ultimo momento per vedere quali saranno le sue condizioni. Quindi ci saranno situazioni anomale, noi dovremo essere capaci di leggere sia i nostri quintetti che quelli degli avversari per cercare di tirare fuori vantaggi e capire le giuste strategie difensive. Allo stesso tempo, questo non ci deve condizionare nell'approccio: chi lotta può anche perdere, ma chi non lotta ha già perso. Conosciamo e rispettiamo la forza dell'avversario, e in questo dovremo ricercare le modalità e le chiavi giuste per interpretare la partita”

Il tuo approccio personale quale sarà, 24 dopo l'altra volta? “Fa parte di una pagina di straordinari ricordi, non ho il tempo necessario per guardarmi indietro e spendere energie. Ho ricordato alla squadra che ogni derby rimarrà nella storia, in ognuno ricordiamo azioni, falli, episodi che entrano nella memoria storica. E noi dovremo essere pronti a scrivere un'altra pagina del derby. Dobbiamo prima di tutto, ripeto, dare il massimo, andare verso la partita. In queste occasioni non si deve contare il tempo, non ci si deve far condizionare a nulla ma cercare di stare nelle modalità che vogliamo noi”

Pur senza pubblico ha il sapore di un vero derby? “Non può essere considerato una partita, è 'la' partita come è giusto che sia. Il rumore dei nostri tifosi non lo sentiremo esternamente ma dovremo sentirlo dentro di noi. E questo sarà l'unico modo per avere con loro una connessione. Ci sono stati derby con una straordinaria favorita e grande differenza di classifica, come può essere oggi. Ma proprio per questo, in una realtà dove la Fortitudo era sfavorita, si alzava il livello di sfida e il desiderio di giocarlo. E' per questo che ritengo necessario far capire ai giocatori cosa significhi giocare il derby con la maglia dell'Aquila.”

Gli americani potrebbero non sapere quanto valga il derby per il mondo Fortitudo. “E qui sono io devo cercare di spiegare loro cosa significhi davvero. Non sono parole dette per dirle, è davvero una modalità che sento, e che ritengo giusto trasferire per affrontare la palla a due nel modo migliore. E' qualcosa che devo innescare nei giocatori, far capire loro che è qualcosa di differente. E' un mondo che fa le aste per le magliette, di gente che fatica a sentire le partite per radio, e noi dobbiamo essere connessi a questo mondo: se ci riusciamo, daremo tutto quello che abbiamo e già avremmo vinto una partita. Poi, nel flusso, cercheremo di giocare la partita contro la Virtus”

Una chiave? “Dovremo essere intelligenti nell'affrontare le criticità della gara, alzare l'asticella dell'attenzione dovendo usare quintetti mai usati fino a ieri, dovremo essere intelligenti nel fare le cose ed essere straordinariamente presenti in ogni cosa: un blocco deve essere un vero blocco, un rimbalzo deve essere tale e non una finta.”

Loro arrivano da Badalona. “Avessero dovuto giocare la bella per loro avrebbe forse cambiato qualcosa, ma per noi non cambia niente”

La settimana, con anche l'autogol social di Aradori, come è andata? “Quello che succede fuori dal campo deve rimanere fuori dal campo. E non ho l'abitudine di giudicare quello che capita. Noi abbiamo trascorso la settimana senza due giocatori, quindi con un doveroso sforzo nel fare le cose. Non ci sarà spazio per alibi o scusanti, ma è stata una settimana anomala, con l'aiuto di ragazzi del 2002-3 e di Gennaro Sorrentino per arrivare ad allenarci in 10. Ma domani si gioca, e tutto il resto deve essere archiviato”

Un fioretto? “Cerco di trasferire il meglio possibile. Fioretti e promesse vanno mantenuti con i fatti, e tante volte l'utilizzo delle parole deve essere responsabilizzato. “

La situazione di Mancinelli? “Sarà nei 12. Ha fatto per forza di cose lavoro differenziato e con poca palla. Le aspettative sul suo utilizzo devono essere a zero, la pianificazione per il suo rientro avrà altri tempi. E' anche vero che mai dire mai, considerando che solo gli stolti hanno certezze. Io non ho il desiderio di mandare allo sbaraglio Mancinelli su una partita che andremo tutta a verificare”

Cosa dovrà fare la Fortitudo per arginare la Virtus? “Una presenza emotiva, un desiderio di giocare al meglio e a tratti anche al di sopra delle nostre possibilità. Intelligenza nel leggere le situazioni e i loro quintetti. La Virtus può cambiare tanti giocatori sullo stesso ruolo, martedì ha utilizzato 12 giocatori nei primi 10 minuti, e per questo serve una attenzione pazzesca. Possono cambiare giocatori diversi nello stesso ruolo, avere tre esterni, far cambiare ogni volta gli scenari e quindi di riflesso anche le nostre risposte. Loro hanno un sistema difensivo di grande qualità, è giusto dirlo, hanno interpreti intelligenti, e in attacco proposte offensive che noi dovremo leggere.”

Vi manca sempre un 4. “In attesa di capire come starà Withers, in questo ruolo dovremo alternare chi ci sarà. Di certo uno dei giocatori in quel ruolo non sarò io...


Il video dell'Ufficio Stampa, reso disponibile da Sportpress.

https://youtu.be/Se_axGMAKbA

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