E vittoria (con annessa qualificazione alle finali di Coppa Italia, novità assoluta per Boniciolli) sia, per la Fortitudo che inizia l’anno con una partita che è il sunto di quello che è questo periodo: confusione, sofferenza, ma anche voglia di sudare e di imbruttirsi quel che serve per andare a pescare le partite anche dove le sabbie mobili suggerirebbero di cambiare aria. E alla fine Mantova, quasi perfetta per 30’, non riesce a reggere l’urto dell’agonismo biancoblu, del muggito (cit.) del Paladozza, e di tutto il resto. Le bellezze, alla prossima, compresa anche la necessità di trovare un minimo di attenzioni, per come si stava scialacquando il tutto.

Stending ovescion per Davide Lamma, cori anche per gli ex Myers-Skelin-Zatti, e partenza anche buona sfruttando la mano gentile, almeno quando c’è da tirare, di McCamey. Il problema è trovare un equilibrio nell’attimo in cui l’unico regista va a rifiatare: la cosa non è scontata, 0-10 di parziale con Moraschini a giocare un proprio specifico derby, e vantaggio mantovano 13-19. La metà campo soffre, 15-19 al 10’.

Senza regia, Boniciolli magari guarda il coach avversario con l’idea di chiedergli al volo un cambio di ruolo e di squadra: fioccano le perse, se non altro si cerca di difendere laddove, in attacco, di roba buona non ne esce fuori. Se anche una rimessa diventa un guaio, ecco il vantaggio in doppia cifra per gli ospiti (29-17 al 16’): serve metterla più sull’agonismo e tornare a quintetti più bassi per limitare i danni, e mentre in certe azioni devono essere i giocatori ad autoarbitrarsi per eccessi di dubbi da parte dei fischietti ufficiali, al 20’ si è 33-27 ospite.

Lucchettando l’area si riesce a recuperare fino a tripla di Rosselli che è sorpasso, ma non basta per mettersi a posto. Mantova ha idee più chiare, in due azioni quasi consecutive si perdono Rosselli (taglio al volto e sangue) e Pini (botta alla testa, ghiaccio), ed è di nuovo -9. Legion al 29’ tira i primi liberi biancoblu della gara, 43-51 al 30’.

Cambia il metro arbitrale (a Mantova sono fischiati più falli in 3’ che non in tutta la precedente partita o quasi), e in campo servirebbe l’ONU – dato che i fischietti salomonicamente si limitano ad un costanzesco bboni bboni - per calmare animi oltremodo surriscaldati e focolai di rissa ad ogni contatto. Però la trincea aiuta Bologna, che azzera Mantova per 5’ e riesce a mettere la partita, con le cattive più che con le buone, in una posizione più eretta. Si fa 60-56, con antisportivo a Rosselli che è compensazione di quanto offerto dalla triade nei minuti precedenti: Mantova non sfrutta, Amici infila una tripla che gli porta baci e abbracci quasi omo da parte di tutta la panchina, ma c’è ancora voglia di suicidio: McCamey sbaglia due liberi, Rosselli forza quando non dovrebbe, e a Moraschini finisce in mano la palla della vittoria. Sdeng, bypass in azione, amen.


(Foto Fabio Pozzati)

HALFTIME: AVELLINO - VIRTUS 44-25
BIGNAMI CASTELMAGGIORE - UPEA CAPO D'ORLANDO 93-91