Ah, la casa. Perchè si può dire qualsiasi cosa, ma un conto è giocare in casa a Rimini (poi ora che vogliono perfino fare la Romagna autonoma...), un conto è il Paladozza. Non solo per la retorica sul pubblico, la bellezza dell'impianto eccetera. Boniciolli lo ha fatto presente: sarà stata anche casa, a referto, ma ci si doveva andare un giorno prima e dormire fuori. Ecco, è vero che tanti alberghi in riviera si definiscono la tua seconda casa (pagando, si intende, in alta come in bassa stagione), ma non raccontiamoci frottole. Quindi, si torna a casa, ricordando che l'ultima volta fu quella che poi provocò l'esilio – sperando che qualcuno abbia provveduto ad evitare il bis, il tris, eccetera – e che si concluse con triplona di Candi allo scadere. Insomma, una generazione fa.

4-1, il record prima di rimettere piede in Azzarita. Il coach dice che ci avrebbe messo la firma, a pensarci un mese fa. E tutto sommato così è andata, peccato che quell'uno nella casella delle sconfitte sia arrivato male, benchè forse gli haters avrebbero mugugnato se anche Trieste avesse vinto con gol di Zoff (friulano e non giuliano, ma va bene lo stesso) allo scadere. Piuttosto, c'è da chiedersi se ci sia davvero tanta differenza, tra Trieste senza Bowers e Fortitudo senza Cinciarini: insomma, se il verdetto di domenica scorsa sia da prendere come un incidente di percorso o il sintomo di qualcosa che deve essere aggiustato. Forse, chissà. Ma siamo ad un sesto della regular season, sappiamo che le squadre possono essere cambiate, la gente potrebbe crescere (McCamey si è anche scusato per la robaccia triestina), e sberloni negli anni scorsi sono arrivati anche a Matera, senza per questo retrocedere. Insomma: si prenda nota, ma senza fasciarsi la testa.

Verona, quindi. Realtà sempre imperscrutabile, che come storia e come bacino d’utenza è logico possa puntare in alto, ma che viste recenti scottature e voli imprevedibili senza però ascese velocissime, ormai non fa più proclami e vive (comunque bene) alla giornata, in attesa di capire se crescere o restare quello che si è. Allenata da Luca Dalmonte, la Scaligera ha fin qui fatto 3-2, tutto sommato tenendo il punto laddove poteva, e lasciandolo laddove, invece, perdere non avrebbe comunque fatto saltare i pronostici. Squadra relativamente giovane, con Pierich unico nato prima del 1991, e con americani esterni: Greene preso da Tortona (18 di media fin qua) e Jamal Jones, neofita dell’Italia a 17 di media. Ma quello che fin qui ha sorpreso è Mattia Udom, ala da 17+7 e 50% al tiro pesante, chiaramente le cifre migliori in carriera, pur limitate a solo 5 gare. Per il resto in regia si alterna il duo Palermo-Amato, mentre sotto canestro si aspetta il rientro di Maganza, acciaccato e quindi in forte dubbio per domenica.

Si gioca domenica alle 18, con diretta TRC e Radio Nettuno. Assenti Chillo e Fultz.

(Photo by Fabio Pozzati / Iguana Press / Fortitudo Eternedile Bologna)

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