Ieri sera su Radio 1909, all’interno della trasmissione “Basket Case” su Radio 1909 (condotta da Riccardo Corsolini, Andrea Fanti, Eugenio Fontana e Marco Garofali) sono stati ospiti Luca Gandini e Davide Lamma, in vista della prossima partita tra Fortitudo Bologna e Dinamo Sassari.

Il podcast della trasmissione. https://www.mixcloud.com/ostinatiecontrari/basket-case-ep22-ganda-lamma-time-240322/

LUCA GANDINI

Ti aspettavi una Fortitudo del genere a Trieste?

Trieste non sta attraversando un gran momento, viste anche le tante sconfitte consecutive e l’addio di Fernandez ha inciso su questo. La Fortitudo è stata brava ad approfittare di questo momento negativo. Ho visto il derby e la partita contro Treviso e ho visto una Fortitudo diversa rispetto a quella che abbiamo affrontato all’andata. In quell’occasione abbiamo disputato una delle nostre migliori partite, ma domenica sarà senza dubbio una gara diversa.

Che Fortitudo ti aspetti di incontrare?

Sicuramente vista la posizione in classifica e il fatto che manchino sempre meno giornate alla fine del campionato fanno in modo che la Fortitudo affronti tutte le partite con il coltello fra i denti. Viene da due vittorie in trasferta in campi difficili. Noi pensavamo di avere trovato la quadratura del cerchio, ma purtroppo siamo incappati in due sconfitte consecutive in casa con Tortona e a Reggio Emilia, sinceramente evitabili, visto che eravamo in vantaggio anche a pochi minuti dalla fine. Mi dispiace per la Fortitudo, ma anche noi siamo in cerca dei due punti.

Vi metterete una mano sul cuore: il problema è che non sto giocando tanto, per cui posso dirlo solo a parole, per cui posso farci poco.

Cosa è cambiato per Sassari e per te nel cambiamento Pozzecco-Cavina-Bucchi?

Abbiamo trovato molte difficoltà all’inizio nel passaggio da Pozzecco a Cavina, per cui non do neanche tante colpe al coach. Secondo me la squadra non era facilissima da allenare. Avevamo qualche giocatore che non stava rendendo, infatti abbiamo effettuato molti cambi anche noi, tornando quasi alla squadra dell’anno scorso con Kruslin e Bilan. Quindi difficile con Cavina, poi è arrivato Piero, che è un allenatore scafato con più di 700 panchine in Serie A, ne ha viste di tutte e ha messo un po’ di ordine. È arrivato un giocatore fortissimo per la categoria qual è Gerald Robinson, che in due occasioni ha toccato anche i 16 assist; quindi, abbiamo raddrizzato una stagione che ci aveva portati ad essere terz’ultimi in classifica.

Sempre su Robinson

È un leader, che ha sempre una buona parola per tutti, mette in ritmo tutti. Facilita i compagni, come Bendzius, che nelle ultime partite sta tirando con grandi percentuali da 3 punti. Gli piace creare gioco per gli altri prima ancora che per sé. Un giocatore molto forte.

Il rapporto con i giovani Treier e Diop

Sono due ragazzi super. Sto cercando di dare un po’ della mia esperienza a loro, ma entrambi ascoltano tantissimo e sono due gran lavoratori. Ousmane ha avuto un problema in estate per cui sta rientrando gradualmente, ma ora che sta avendo tanti minuti ci sta dando una gran mano e avrà sicuramente una gran carriera davanti.

Sul rapporto con Borra e le poche partite insieme a Sassari

Lo conoscevo già da prima, personaggio incredibile, un grande ragazzo con cui mi sento ancora spesso. Con noi visto il momento iniziale ha avuto poco spazio. Ho visto avere avuto un impatto importante al suo ritorno in Fortitudo, in un momento altrettanto difficile. Adesso sta giocando meno, ma sono convinto che in queste 8/9 partite mancanti ci sarà bisogno di lui.

Che idea ti sei fatto della Fortitudo dopo la sosta?

La chiave è stata accorciare le rotazioni, con i giocatori che stanno in campo tanto e vengono responsabilizzati di più, con la possibilità di fare qualche errore in più. La posizione in classifica è quella e non si può fare altro che andare in campo e dare tutto. La pausa ha aiutato a lavorare su determinate cose. Tra partenze, infortuni e cambio in panchina non è mai riuscita a costruire più di tanto durante la settimana, quindi la sosta ha aiutato anche in questo.

Sulla prima in casa al 75%

Anche qui il pubblico è molto caldo, anche se tra diverse capienze e lockdown l’ho vissuto poco da questo punto di vista. Sarà sicuramente un fattore, con alcuni miei compagni che rendono meglio con una cornice di pubblico adeguata e inciderà sicuramente domenica.

Sulle differenze tra Sassari e Bologna

Posso parlare bene di entrambe le città. Ovvio a Bologna, Basket City, vai in giro e si parla di basket sempre. Anche il pubblico è molto competente e ci ha dato una mano in momenti difficili. Dell’esperienza in Fortitudo ricordo il derby vinto in casa, l’invasione di campo e la gente che ci diceva grazie, quello è un ricordo che mi porterò sempre.

Progetti futuri oltre i playoff

Sento che posso dare ancora qualcosa e oltre al fatto che sto giocando poco, mi sento molto utile all’interno della vita di squadra, sia nel dare consigli, sia nel dare una mano negli allenamenti. Per cui mi sento ancora di giocare. Post pallacanestro mi piacerebbe rimanere nell’ambiente, qui a Sassari mi trovo molto bene, con mia moglie che lavora qua, i miei figli si trovano bene a scuola. Stiamo un po’ pensando di trasferirci proprio qua.

DAVIDE LAMMA

Sul lavoro che sta facendo con Basic To

Il Basic To che è un programma di allenamento personalizzato (Skill Training) equivalente di un maestro di tennis sui fondamentali della pallacanestro è nato quasi per caso nel 2018. Mi chiamò Matteo Montano per allenarlo su alcuni fondamentali in estate. Subito dopo mi contattarono Davide Raucci, Martino Mastellari e anche Gherardo Sabatini. Abbiamo passato l’estate facendo questi allenamenti individuali. L’anno dopo i giocatori sono diventati 15. Nell’anno della pandemia 30. Professionisti dall’A1 come Riccardo Visconti e Elisabetta Tassinari, fino alla serie B.

Mi è esploso in mano anche perché una attenzione particolare ai fondamentali del singolo giocatore è molto diffusa negli Stati Uniti, praticamente inesistente in Italia e con qualche realtà in Europa e devo dire che la fandonia che i giocatori italiani non hanno voglia di lavorare ho visto sul campo che non è così. Andiamo avanti da 4 anni cercando di rispondere alle necessità reali di ognuno. Molto impegnativo, ma mi da grandi soddisfazioni, sia con il lavoro estivo, sia con il programma invernale che facciamo con le giovanili. In inverno il lavoro è più di gruppo con i Basic Day, in cui facciamo sessioni di fondamentali cercando di dare un metodo di allenamento e di attenzione ai dettagli.

Un passaggio sui due anni a Reggio Calabria

Di Reggio Calabria ho un ricordo meraviglioso. Fu la mia prima vera esperienza in A1, con Lino Lardo, in una città spettacolare. Il primo anno eravamo tutti giovani di esperienza come Mazzarino, Rombaldoni, Cittadini, Eze, in cui tutti abbiamo avuto un inizio carriera importante proprio da lì. Siamo arrivati ai playoff portando Treviso a gara5. Ho lasciato lì amici con cui mi sento ancora e ho nostalgia di quel posto che per 2 anni ho chiamato casa. Una piazza che merita altri palcoscenici nel basket.

L’avversario che ricordo di più è Tyus Edney a cui proprio in quei playoff sono riuscito a dare un “minimo fastidio”, cosa che quando avviene con un giocatore del genere, non puoi dimenticare.

Su Scariolo e la figura dell’allenatore

Scariolo è incredibile per quanto riesca ad allenare allo stesso modo sia Teodosic, sia Ceron. L’ho vissuto in prima persona quando mi portò in prima squadra e allenava la Fortitudo. Avevo 17 anni e mi faceva allenare e giocare, come se fossi parte della squadra, senza esagerare nelle critiche (che comunque c’erano) ma per lui ero un giocatore, non un giovane. Il ruolo dell’allenatore è però cambiato nel corso degli anni. Oggi sono costantemente in pericolo, quindi si devono preoccupare di tante cose, che forse con la pallacanestro hanno poco a che fare, stando attenti a cosa dice lo sponsor, l’amico del presidente, la fidanzata di tal giocatore, la stampa. Per cui la quantità di energie che un allenatore deve mettere fuori dalla pallacanestro è spropositata, rispetto a una volta. Adesso se perdi 3 partite ti esonerano, per cui non hai neanche il tempo di preoccuparti del decimo, o di quel ragazzo, ma di conservare il posto. Allenare il “decimo” nel lungo termine porta sicuramente benefici, ma in una pallacanestro che ragiona nel breve, adesso è difficile.

Il Basic To allena anche la componente mentale, fondamentale oggi?

Noi alleniamo tantissimo la capacità di rimanere concentrati quando sale la fatica e quando sale la difficoltà. È una parte dell’allenamento, che in un’ora di intensità ti porta al momento della fatica, sia fisica, che mentale, con tante ripetizioni, che ti porta alla stanchezza. Se tu ti alleni a rispondere con più efficacia possibile in una situazione di stress fisico, in partita sarà più facile rispondere con un gesto efficace. La fatica e lo stress si possono quindi allenare, non puoi allenare la voglia.

Riguardo alla differenza tra generazioni di italiani

Oggi ci sono giocatori che anche fisicamente o atleticamente non c’erano 30 anni fa. D’altra parte, ce ne sono meno che arrivano pronti tecnicamente quando arrivano a 20/21 anni, ma questo è forse un problema del sistema, che dopo il campionato Under 18/19, non sa dove farti specializzare e ti perdi per strada. Ora ci sono comunque giocatori pronti a quell’età, ma saranno forse una decina. Allora ce n’erano si 10 che erano pronti per fare il salto, ma dietro di loro ce n’erano 30 che erano già a un buon livello, che magari non erano protagonisti, ma lottavano per stare ad alto livello e secondo me mancano quelli. I Procida vengono fuori, è nella fascia sotto che ce ne sono pochi.

24 marzo ’98 la rissa di Eurolega, un ricordo di quegli anni

In quegli anni lì se andavi a vedere i roster non ce n’era uno “non super”. Tutti giocatori incredibili, con una rivalità accesissima in campo e soprattutto c’erano giocatori che rimanevano tanti anni in Fortitudo o in Virtus. Anni meravigliosi per noi tifosi.

Su Borra tornato in Fortitudo come Lamma a distanza di anni

Innanzitutto, io amo Jacopo. Una delle persone più simpatiche e quando vuole acute che io abbia mai conosciuto. Era un ragazzino quando abbiamo vinto il campionato di Serie B. Gli ho augurato che sia l’inizio di una permanenza, per lui che ha raccolto forse tecnicamente meno di quello che avrebbe potuto in carriera. Ha una occasione, è uno vero e che aldilà della situazione potrebbe veramente aspirare a rimanere a Bologna. Tecnicamente può far vedere ancora di più di quello che ha fatto vedere in questa prima parte della sua carriera.

Sulla gestione negli ultimi anni in Fortitudo e sull’ultimo mese

La Fortitudo ha sicuramente bisogno di strutturarsi meglio per l’A1 rispetto a quando è ripartita nel 2013. Ha bisogno di creare una struttura più efficace per il mondo dell’A1, più impegnativo dal punto di vista societario. La situazione attuale non è fantastica, perché chiaramente non lo è. La seguo in questo momento da tifoso. Sul cambiamento dell’ultimo mese sono arrivati a un punto in cui potevano o mollare o reagire. Il fatto di avere qualche partita in cui erano un po’ contati, forse è stato un vantaggio e hanno reagito bene. Ora qualche speranza in più c’è. Se sono bravi a mantenere questo “essere un po’ in missione” si possono giocare la chance di rimanere in A1. Poi contro i miei interessi da tifoso, andare in A2 non sarebbe l’apocalisse. Potrebbe essere una maniera di ripartire di nuovo (da fortitudini ci siamo un po’ abituati). Spero di no, ma potrebbe essere comunque un’occasione di ripartire, mettendo a posto tutto quello che c’è da aggiustare. Probabilmente ci sono stati degli sbagli e anche delle situazioni che non hanno giocato a favore. Sbagliare 1 o 2 giocatori che non rendono è fisiologico in una annata, che ce ne siano tanti è un po’ sfortuna. La reazione che c’è stata è comunque notevole.

La ripartenza della Fortitudo è arrivata dalla lettura di Charalampopoulos di Sangue biancoblù, con lui a tagliarsi il braccio e tu il sopracciglio.

Ricordiamoci che però quel sopracciglio me lo fece un mio compagno, Nazzareno Italiano, al quale dissi “Prendi quello con la maglia diversa dalla tua”. Speriamo

 

 

 

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