(Foto Mauro Donati)
(Foto Mauro Donati)

E' il normale corso del pendolo delle emozioni, quello per cui dopo ogni vittoria ci si sazia felici e contenti pensando che vada tutto bene, e dopo ogni sconfitta ci si fasci la testa chiedendosi perchè non si riesca a fare gol ad ogni maledetta domenica. Il destino di chi si chiama Fortitudo, che non può permettersi di vivacchiare (ammesso che essere nelle prime posizioni di classifica fin dall'inizio della stagione possa definirsi tale) per una piazza che, al netto di tutte le soddisfazioni per il rinnovato entusiasmo, non sembra così facilmente accontentabile come forse tanti, tanti anni fa.

Il problema è che la sconfitta di domenica contro Rieti è stata un replay di altre simili, ovvero collassando dopo un inizio anche positivo e arrivando alla fine con i 5 titolari del tutto scarichi e privi di quella vitalità necessaria per vincere partite, forse, già vinte. Ed è lana caprina discutere sul fatto che siano scarsi i cambi o che sia Caja che proprio non riesca a portarli ad un livello decente, anche solo per dare qualche minuto di quantità a metà partita: i matrimoni non sempre funzionano, ed è chiaro che quello con certi giocatori non è andato bene.

Che fare?

Ora, molto semplicemente, si deve capire cosa si voglia fare da grandi, anche solo per girare il recente trend non positivo di qualche risultato: mercato, mercato, si grida da tutte le parti, anche solo per puntellare un roster dove di fatto giocano in 6 (e uno, Panni, chiaramente fuori ruolo). E, altra cosa importante, si deve capire quali siano le comunicazioni interne alla società: chi deve fare la prima mossa facendo nomi e cognomi di chi e cosa si voglia. In uno strano domino dove gli eventuali nuovi arrivi dovrebbero essere forti ma non fortissimi, ovvero validi ma non validissimi, perchè dovrebbero venire a Bologna per aumentare il minutaggio delle seconde linee, e non prendere possesso del quintetto base. Paradossalmente, fu più facile far scendere in A2 il Candussi dello scorso anno, promettendo minuti ed importanza: oggi, chi lascerebbe la A1 per fare il vice di Fantinelli o di lunghi americani (non sembra previsto qualcuno nel ruolo di 2-3, anche se Aradori non scende dal campo praticamente mai)?

Dove cercare?

Allora, l'unico mercato fattibile sarebbe quello di giocatori già in A2, ma qui il problema è che ad oggi ben poche sono le squadre già tranquille e poco ambiziose per i playoff: Stadio fa il nome del lungo Daniele Magro, già accostato nei giorni scorsi a Treviso e Forlì (e, di riflesso, a qualsiasi squadra che abbia bisogno di centimetri) e con Cremona a smentire qualsiasi trattativa. A vedere le classifiche, forse solo la stessa Cremona e l'Urania Milano sembrano in situazioni di relativa serenità. Ma si potrà andare a bussare qui con la faccia del non sappiamo dove andare a parare? E questo vale non solo per la Fortitudo, ma per un po' tutte quelle che vorrebbero rinforzarsi, ma non sanno come. D'altra parte lo abbiamo voluto noi: osceno il mercimonio di giocatori liberi o liberabili lo scorso anno, quasi blindata la realtà attuale. Così è.

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