(foto Fortitudo 103 - Schicchi)
(foto Fortitudo 103 - Schicchi)

Si sarebbe dovuto parlare solo di basket e dell'addio di Caja, ma ieri la giornata è stata così tumultuosa che pure noi siamo stati travolti dalle sobrie dichiarazioni provenienti dalla Sicilia. Tra assessori a tuonare contro LNP ("Vergogna-Guardate che le cose sono andate diversamente-Vergogna lo stesso!") e le moderate frasi del presidente di Trapani. Che magari omette come certe reazioni del Paladozza - peraltro davvero soft, forse non gli hanno mai raccontato di certi climi davvero caldi - siano state figlie dei suoi gestacci (i video ci sono, magari qualcuno potrebbe anche guardarli e provvedimenti). D'altronde, a parlare solo ai propri media, è umano che nessuno si sia ricordato di farla, una qualche domanda. Ma alla fine tutto si è ridotto alla carenza di buffet e, si sa, quando si ha fame si sragiona: lo sappiano, in serie A (e pure in Eurolega, dato che all'edizione palermitana di Repubblica si parla già di Eurolega, da giocarsi a Palermo) che dall'anno prossimo non ci saranno richieste di accrediti ma direttamente di menu, che verrà imposta la rimozione di Umberto Gandini per insediare Alessandro Borghese, e se non si troveranno aragoste a colazione verranno chieste vittorie a tavolino. Anzi, a tavola: come raccontano i media del presidente, mancavano i divanetti e il salume non era di suo gradimento. Eddai, plumoni!

Ma noi, guardiamo in casa Fortitudo. Dove l'addio di Caja è arrivato in modalità anomale: il coach ha ancora un anno di contratto, in teoria qualsiasi cosa andrebbe prima trattata e poi dichiarata, ma sappiamo come vanno le cose. In realtà non è stato davvero un fulmine a ciel sereno, dato che voci di screzi con certe frange della dirigenza giravano da un po'. Si sperava forse che la serie di ottimi risultati avrebbe limato le discrepanze, ma così non è stato. Qualche lamentela tecnica da un lato, umana dall'altro (il coach avrebbe voluto forse un mercato diverso, la società qualche esternazione meno aspra), ma ora pare si sia davvero ai saluti. Ulteriore oggetto del contendere, la figura di Alibegovic, visto come il più lontano, tra i dirigenti, dalle posizioni del coach. Curioso, essendo Teo uomo dei Gentilini, unici ad essere stati ringraziati nell'intervista post gara 3, limata poi dopo gara 4. Nella Effe del futuro ci potrebbe essere ancora più Alibegovic e meno Basciano (dato dal Carlino Bologna in possibile uscita, al seguito di Caja, in caso di pollice verso societario verso il suo operato) mentre Tedeschi già ieri era in riunione con i soci.

La verità è che si ripartirà, e per evitare di doversi ritrovare a costruire l'area tecnica all'ultimo ci sarà da muoversi in fretta. Le prime voci su possibili nuovi allenatori sono più pissipissibaobao che non vere trattative: in stagione era piaciuto Rossi, che a dire il vero ha appena rifirmato con Rieti (il cui patron è simpatizzante Fortitudo e, a dire il vero, non ha lanciato strali contro il Ristorante Paladozza. Come nessuno prima d'ora, nè qui nè altrove, a dire il vero). Già sabato giravano voci di Ramondino o possibili coach dell'est europeo. Ma, prima di cercar nuova moglie, ci saranno da completare le carte del divorzio. Che, per ora, è unilaterale. Per ora, limitiamoci a festeggiare la promozione di Trapani: che se la gestisca la serie A, a 'sto punto, una figura simile.

 

Oggi "Euromario" su Radio Basket Italia
Stavropoulos, "Vogliamo arbitri all'altezza di una finale"