Il 2025 della Fortitudo: l'anno biancoblu
Anno interlocutorio, il 2025 Fortitudo. Con una stagione 2024-25 che ha faticato a risollevarsi dopo l'inizio negativo, con il ritorno di Attilio Caja che ha avuto impatto nelle prime battute senza poi però riuscire a tenere il ritmo giusto per risalire la classifica un po' più di quanto non fosse stato fatto. E allora via di playoff con Cantù, dove si è arrivati a gara 5 perdendola: il seguito della storia ha raccontato che già portare la corazzata brianzola a gara 5 è stata una piccola impresa, dato che poi il percorso verso la promozione è stato per loro intonso. Magra consolazione, dopo l'eliminazione dell'anno prima in una convulsa serie contro Trapani, annessi e connessi. Almeno, si è pensato, questa volta si farà mercato fin da subito senza intoppi come nelle passate estati.
In effetti la squadra è stata costruita poi in tempi canonici, soffrendo però alcune faccende non previste (l'addio di Bolpin) e qualche frecciata polemica di giocatori non confermati, vedi Aradori e Sabatini. Con avversarie che sono intervenute con budget molto alti e la necessità di fare, come si suol dire, di necessità virtù. Il roster era parso subito più di quantità che non di qualità, ma almeno equilibrato: che però la Luna Nera fosse in agguato lo si è visto fin dai primi giorni, con l'infermeria subito affollata anche a Ferragosto. Out per due mesi Anumba, e soprattutto out per la stagione Benvenuti, che sarebbe dovuto essere il centro titolare (o almeno in ballottaggio): vai a trovare un altro lungo italiano a fine agosto, e alla fine si è preferito virare su un esterno come Imbrò e scalare tutti, o quasi, di uno spot.
La cantilena degli infortuni può sembrare un alibi, ma di fatto dopo una passata stagione dove poco ci mancava che pure ogni singolo abbonato si trovasse a dover aggiustare un crociato o un menisco, anche quest'anno la strada è stata questa, e in poco tempo si è perso pure Mazzola, anche lui con rientro a data da destinarsi, oltre ai malanni di Imbrò e Fantinelli, tra i tanti. Out per un po' pure Moore, con gettone di un Harris positivo fino, a sua volta, allo stop fisico: poi il po' è diventato tanto anche per il titolare, e nemmeno a San Silvestro si è stati tranquilli. Chiaro che i risultati ne hanno risentito, malgrado l'arrivo di De Vico - oltre ai già citati Imbrò e al tampone Harris - specie in trasferta si è pagato qualcosa, sebbene in una classifica corta dove è un attimo gioire e sempre un attimo titubare.
Al di fuori, non è un segreto che in società ci siano correnti diverse e rapporti non idilliaci, quando sarebbe necessario per il Bene - con la B maiuscola - della Fortitudo lavorare in una unica direzione. Pur considerando inevitabile avere più teste pensanti con pareri legittimi, la Fortitudo deve rimanere l'obiettivo primario.