Marco Spissu, la cui foto campeggia al PalaDozza, è stato intervistato da Luca Sancini su Repubblica.
Ecco un estratto delle sue parole.

Contento della foto? Ecco, volete subito mettermi in imbarazzo. Sono felice di questo, e credo che in fondo ci sia anche un po' di merito mio se la Virtus è tornata in A. Merito nostro, meglio dire, sennò gli altri se la prendono, ma avere riportato su una società come la Virtus è qualcosa che non si può cancellare.

Sulla bomba a Trieste che ha sancito la promozione, nostalgia? No, bei ricordi, ma si deve andare avanti. Piuttosto mi viene da dire: ripartite da lì, da quel mio tiro.

Sulla Virtus 2017/18. Beh, hanno fatto una campagna acquisti di primissimo livello. Giocatori importanti, ma adesso dovranno creare un gruppo, conoscersi meglio e arriveranno i risultati. Lo scorso anno per noi fu così, ci vuole tempo, ma c'è tutto per fare un grande campionato. Già lo scorso anno si percepiva una bella atmosfera, e ora immagino le aspettative intorno alla squadra.

Sul "suo" numero zero, ora di Alessandro Gentile. L'ho saputo, ed è una bella cosa. Anzi, un onore: lui è un grande giocatore.

Sulla sua prima prova con Sassari, quintetto e 11 punti. Bene, gioco a casa, nella mia Sardegna, nella società dove sono cresciuto e dopo anni un po' in giro sono tornato. Mi sto guadagnando minuti, cerco di farmi trovare pronto. Già a Torino sarà una partita difficile.

Sulle sere di giugno al PalaDozza. Lo dissi già allora: solo chi è in campo e vede le tribune da lì può capire che effetto fa quel muro di gente. Poi so che adesso tutto il palasport è andato esaurito e il muro nero non sarà solo in curva. Sono sensazioni fantastiche, indescrivibili.

Sui tifosi Virtus che non l'hanno dimenticato. Nemmeno io loro, sono speciali. Ci vediamo il 22 ottobre, voglio vedere la mia foto sulla parete.

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