Basket City al mare, 13/9/2024, ultimo episodio stagionale

La fine dell'estate. Waimer la viveva sempre con un po' di dubbi esistenziali, perchè se da un lato non avrebbe più avuto a che fare con clienti rompipalle e pretese assurde (l'ultimo rutto stagionale lo aveva dedicato alla mamma di Alex e Antavleva, due gemelli che volevano usare un ariete per buttare giù i gonfiabili), dall'altro chiudeva baracca e burattini e, soprattutto, chiudeva gli incassi. Ma alla fine, ogni anno, questo era il ciclo delle cose.

Aveva salutato il tifoso Virtus. Che stava vivendo quel precampionato come sempre, ovvero un mix di curiosità ma anche di perplessità: era sempre così, una specie di pessimismo cosmico (gli avevano spiegato che, nel calcio, quei tifosi erano definiti maigoduti) e quindi chissà cosa ne sarebbe stato, di loro. Mancava un lungo, gli esterni erano vecchi, la proprietà era confusa e non si era ben capito questa faccenda della proposta estera. Quindi barcollava tra la garanzia che le cose male non gli sarebbero andate perchè non si era affidato ai primi che passavano, ma la paura che oltre non si potesse investire. Soprattutto ora che erano arrivati lanzichenecchi insulari pronti a portare via tutto quello che era stato in precedenza guadagnato.

Aveva salutato il tifoso Fortitudo. Che continuava a vivere uno stato di mezzo, ovvero da un lato felice che ci fosse una proprietà affidabile e, soprattutto, fatta di persone che amavano la Effe e che sapevano distinguere tra palla da basket e pallone medicinale (cit.). Ma dall'altro sapeva che l'indulgenza sul non ottenere risultati di grande livello non sarebbe durata tanto, e va bene il primo anno dove c'era un tale caos che perfino i meno insiders avevano capito che vincere non era l'obiettivo principale. Va bene il secondo dove si dovevano aggiustare i danni pregressi, e c'erano i lanzichenecchi già citati. Ma ora il tempo stringeva, e va bene il famoso l'importante è che tu esista, ma continuare a stare in A2 non riempiva più la pancia. E allora c'era sì entusiasmo, ma anche un pochino di ansia.

Waimer ci capiva poco, lui viveva di calcio e del suo prato, ma sapeva che i due tifosi si erano messi d'accordo per tifare assieme, in una partita di fine settembre, e questo già gli faceva strano. Ma ormai l'estate era finita: in spiaggia di ombrelloni non ce ne sono più, diceva, mentre il lavaggio dei lettini era stato differito alla Pasqua 2025. Chissà se ci sarebbe arrivato, ora che la sua età aumentava ed era ben conscio che certe risse da stadio non se le poteva più permettere. Ma, intanto, il bagno e la spiaggia erano state chiuse, anche quest'anno, senza guai.

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