La fine dell'epopea europea fortitudina, o almeno il sogno di tenere viva la flebile speranza di promozione, evapora in un tardo pomeriggio turco per una Fortitudo che fa sicuramente molto meglio che a Bilbao o in altre eurooccasioni, ma non ha modo e maniera di reggere fino alla fine erosa nei suoi soli 8 effettivi (e Banks che termina preventivamente il match a metà terzo quarto) e non baciata dallestro come in campionato. Amarezza, ma almeno nellambito degli attributi e della voglia di restare a galla non è stata una brutta giornata, tutto qua.

Si parte con immediato piccolo trotto reciproco, con la Fortitudo che se la gioca senza grossi fronzoli né zavorre, e che potrebbe tenere la zampa avanti se non arrivasse qualche tripla di troppo ciccata pur con piedi a terra. Si ruota chi c'è, si suda come in un buon allenamento, 19-17 turco al 10.

Cusin viene attaccato e non può esimersi dal terzo fallo, ma il problema è più che altro cercare di fare punti in una giornata dove non ci sono mani magiche come nellultima uscita a Desio. Il Karsikaya prova a correre, fa 34-21, ma almeno la Fortitudo riesce a tenere botta, tra una stoppata data e una tripla presa. Non abbastanza per limitare però i danni al 41-31 del 20.

Banks è più nervoso che prolifico, Hunt sfarfalla troppo, ma a rientrare dal -14 ci pensa Palumbo, che dal nulla o quasi esce due triple e sbaglia pure la terza per fare -9. Cè vita, qualche buona difesa, fischiate non sempre felici, almeno si sta in zona, 57-49 al 30.

L'orgoglio è tanto, e Hunt copre in attacco quello che non riesce a coprire in difesa. Quando poi si eccita pure Baldasso, si arriva ad un barlume di rush finale con nemmeno tanto divario, 4 da recuperare in una settantina di secondi. Hunt però buca un tagliafuori, Baldasso non può continuare a fare canestro, e miracoli non ne escono fuori. Poteva andare meglio, ma poteva davvero andare peggio.

(Foto BCL)

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