Finisce 80-104 per Messina, scarto forse troppo largo per un Bignami che tiene testa mirabilmente per due quarti, ma che poi non ha assolutamente ossigeno per continuare la corsa. Termina dunque il campionato del Progresso Castelmaggiore, arrivato - diciamo cosi' - a 4 partite e mezzo dalla promozione in A. Roba da matti, per chi era partito con l'unico scopo di salvarsi senza i rischi dello scorso anno, e che ha affrontato la post season senza Abram e Pilutti. Alla fine tutti contenti: Messina che va in finale, Castelmaggiore che saluta il pubblico dando appuntamento - si spera - al prossimo anno. Piu' di 2000 persone, malgrado il fuori e dentro successivo alla maratona Fortitudo.

Messina si mette subito a zona, e il Bignami non trova di meglio che lasciare palla a Williams per tirare da 3. E sono tre errori, che conditi da 2 perse di Ghiacci fanno capire che l'impatto non e' quello migliore. Contro la zona l'arma dovrebbe essere Masieri, ma e' 0/2 subito anche per lui. Quando finalmente si comincia a stappare champagne dall'arco, c'e' minibreak e 16-11. Perdichizzi torna a uomo, tamponando l'emorragia. Levin commette troppo presto il secondo fallo, e Li Vecchi approfitta della panca di Ghiacci per mettere 5 punti ricuci partita. Williams intanto forza un po' troppo, ma finche' si prende i suoi rimbalzi e ribadisce ha ragione lui. 20-18 alla sirena.

Secondo quarto dove Ticchi prova doppio pivot e nessun play. Non e' la mossa migliore, malgrado Barlera si faccia subito notare positivamente. 22-26, e quando rientra Levin c'e' anche il magic moment di Williams. Che prima la mette da 3 al buzz, e apre un parziale di 12-1 sigillato dalla tripla di Masieri. 34-27. Ma qui entra in ballo Oliver, che comincia a spanierare da tutte le parti e fa testa a testa con Williams a chi ne mette di piu'. Nuova parita', altre scelte affrettate di Ghiacci, e al the' ci si va sul 39-39. E i due mori sono 20 a testa.

Non e' un buon segnale per il Bignami, abituato a spalmare i punteggi individuali meglio. A questo punto ci si chiede chi dei due colorati andra' avanti con il trapano, e quale squadra riuscira' ad affiancare un partner ai due leader. Messina e' la risposta. Perche' prima gode della reazione di orgoglio di uno Smith fino a quel momento nullo, e poi vede crescere Bragg e Li Vecchi. Dall'altra parte a Williams riescono solo le pentole, e i compagni non lo aiutano con i coperchi. Il ritmo si alza, e Messina fa sempre canestro. Rush e' inesistente, alla sirena 53-70 con parziale nel quarto di 14-32.

Poco da fare dopo: il Bignami cerca il piccolo trotto, ma si comincia con schiacciata sbagliata di Williams e stoppata subita da Faggiano. Pressing, ma si gira sempre attorno al ventello. Il finale e' di animi che si accendono, forse a causa di qualche schiacciata irridente di troppo. Ma se quelle di Ghiacci sono forse giustificate da rabbia e gioventu', quella di Bernard nell'ultima azione, con Ticchi che aveva gia' detto stop, non brilla di sportivita'. Intanto si rischia anche il corpo a corpo tra i due coach, a causa di urlacci malintesi. Dimenticati subito. Festa finale per tutti, e il grazie di Tudini ad un minuto dalla fine.

2 APRILE, IL GIORNO DELLA FORTITUDO VITTORIOSA A REGGIO EMILIA E DI TEO ALIBEGOVIC
LO SFOGO DI MATTEO BONICIOLLI