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Peppe Poeta è stato sentito da Walter Fuochi pe Repubblica. Un estratto dell'intervista.

"Quando ho deciso di fare l'allenatore? Giugno ‘22, sono a Cremona, 36 anni malconci, ma andrei avanti. Mi chiama Messina. Il Poz va in nazionale, verresti a fare il vice a Milano? Rispondo: non sono sicuro di voler allenare, mi piacerebbe fare il gm. Lui: un anno da vice male non ti farà, qualsiasi ruolo avrai. Quasi in contemporanea chiama Pozzecco. Verresti in Nazionale? Dico due sì. Sempre benedetti. Con Ettore impari il metodo, la cura dei dettagli. In due anni avrò fatto quattrocento riunioni. Pesanti? Io dico pane per la mente. Con Gianmarco è stato prezioso approfondire il passaggio da giocatore ad allenatore. Un sacco di consigli. Non c’è situazione che non abbia già visto

Brescia è un gruppo fantastico dal primo giorno, con senso di responsabilità, allenabile, mentalmente leggero, con ottime qualità, e pure, in diversi, esperienze di come si vince. Meriti dei ragazzi, in testa quello di essersi fidati di un loro quasi coetaneo che ci provava per primo. 

Per battere la Virtus ci vuole un’impresa e forse non può bastare neanche la migliore versione di noi stessi. Ho detto ai miei di godersela. Siamo dove da sei anni non saliva nessuno al di fuori di Milano o Bologna. Siamo noi i primi. Un orgoglio e un piacere. Ne fui capitano nel mio ultimo anno, anche se già il penultimo ero a metà con Koponen. Co-capitani. Tre anni belli, divertenti. Palazzo pieno, squadra sul quarto o quinto posto, non da scudetto, ma da playoff. Piacevamo."

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