Il capitano della Fortitudo Stefano Mancinelli è stato intervistato da Damiano Montanari su Stadio.
Ecco un estratto delle sue parole.

Siamo una squadra lunga e abbastanza nuova Abbiamo avuto difficoltà, amplificate anche dall'incredibile ruolino di marcia di Trieste, ancora imbattuta. In tanti dicono che non giochiamo bene, ma ora esprimiamo soltanto il 60% del nostro potenziale e siamo comunque secondi. Non farei drammi.
I problemi della Fortitudo. Molte volte non riusciamo a capile di giocare di squadra per 40'. Questa è la base, a cui va aggiunta una maggiore continuità in difesa: a volte facciamo delle dormite ingiustificabili.


Problemi in regia? Fultz è stato preso per aiutale McCamey ad ambientarsi. Purtroppo ora non sta benissimo e Demetri si deve gestire da solo. Ancora non fa giocare la squadra come potrebbe. Ma è un play realizzatore clamoroso ed è molto migliorato. L'arrivo di Rosselli lo aiuterà.

Sul confronto con Rosselli, per convincerlo a scegliere la Fortitudo. Ci siamo sentiti spesso. Gli ho ripetuto che, se fosse arrivato in Fortitudo, lo avremmo accolto tutti a braccia aperte e che la sua permanenza alla Virtus non sarebbe stata un problema. Ci ha giocato poco, non c'è alcun odio nei suoi confronti.
Guido ci aiuterà nei momenti bui. Ha grande esperienza e ha già vinto in questa categoria. Il passaggio coast to coast è il suo marchio di fabbrica. Me l'aspettavo.


Per Boniciolli sarà un problema gestirlo? Con le persone vere, come Amoroso e Rosselli, Boniciolli non ha mai problemi. Ogni tanto qualche tono si può accendere. Ma c'è sempre grande rispetto.

Con l'arrivo di Rosselli, la Fortitudo è salita al livello di Trieste? Non ancora. Ma ci arriveremo. Dobbiamo soltanto capire che siamo in dodici e che non importa non segnale per una partita: l'importante è che vinca la squadra.
Ci sono difficoltà a capirlo? No. Ma siamo tutti molto abituati a segnare. Legion, McCamey, Fultz vengono da stagioni in cui si prendevano venti o trenta tiri a gara. Nel nostro sistema non è più possibile.

Amici è più sereno? Sicuramente. Domenica scorsa ci aiutato tantissimo, tenendoci in piedi nel primo tempo. Amici non è un orco. Nella gara contro Ravenna, Grant lo ha insultato e lui ha reagito. Ha sbagliato. Ma gli avversari lo provocano. La colpa non è solo sua.

L'abbondanza ha creato problemi in spogliatoio? Per ora no, ma abbiamo avuto molti infortuni. Saprò rispondere più avanti. Io preferisco comunque avere tredici giocatori, più che sette.

Su cosa è cambiato dalla scorsa stagione. Prima giocavo con gente più giovane e avevo costantemente due o rie avversari addosso. Ora sono più libero. E la squadra è con me. Mi sento importante. Ma la Fortitudo non è Mancinelli-dipendente: è squadra-dipendente. Contro Forlì e Imola ho segnato io i canestri della vittoria, ma senza i miei compagni non ci sarei mai riuscito.

(foto Fabio Pozzati - Fortitudo 103)

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BIGNAMI CASTELMAGGIORE - UPEA CAPO D'ORLANDO 93-91