Orsili, "La chiusura della Virtus femminile è stata una delusione"

Alessandra Orsili, ex Virtus femminile, e oro agli Europei universitari (e inserita nel quintetto ideale) stata sentita da Elisa Fiorini per Stadio. Un estratto dell'intervista.
"Non mi aspettavo questi premi! Gioco con spensieratezza, smaltisco le scorie della stagione. Mi butto tanto sulle compagne, giocando per loro, questo ci porta a esprimere un basket “felice” che fa dimenticare gli errori. L’inizio è stato complicato per tutti, ci siamo compattate e nel finale siamo andate col pilota automatico, affrontando le ultime partite nella forma migliore.
Siamo un gruppo tutto con fiato e sorrisi. Non ci vediamo mai durante l’anno, solo per 10 giorni in estate, ma il CUSB ci permette sempre di creare memorie indelebili. Ci riconosciamo in questa esperienza: è romantico.
La Nazionale? La aspetto, mi rende felice. La chiave è la tranquillità che trasmettono le persone che ti circondano, elemento che altrove manca. Ho vinto due ori in nazionale giovanile, le emozioni sono tante ma differenti: da adulta mi godo di più queste esperienze».
L'esperienza Virtus? Qui ho giocato in Europa con persone di alto livello, come Pierre Vincent. Con lui arrivavo in palestra felice di avere un ruolo marginale, era in grado di riconoscermelo e valorizzarlo. La chiusura è stata una sorpresa per tutti, soprattutto per chi era sotto contratto. È stata una delusione, la Virtus aveva creato un nome e un valore. A livello societario è stato demotivante, non un rinnovo.
La finale ai Gardens? Amo conoscere persone nuove e congiungermi a giocatrici che non incontro mai e portando con me l’esperienza di A1, che genera competitività: spesso mi hanno detto di essere fiere di aver giocato contro di me: ma fiere di che? È una bella spinta per il movimento: ti pare normale che ci siano più persone a vederci ai Giardini che in campionato?"
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