E che ora Rimini resti solo occasione per gite fuori stagione e per chi volesse cantare del mare d’inverno: fine dell’esilio, e Fortitudo che fa 4 su 4 in una di quelle partite rese troppo facili prima per renderle intense poi. Storia semplice: inizio di torture imposte, dominio eccessivo, poi un po’ una Orzinuovi che ha smesso di fingere per iniziare a giocare, un po’ di eccesso nello specchiarsi nelle proprie bellezze, e divario che è calato fino al -9 di fine gara. Troppo basso per quanto detto dal campo prima, ma buon monito per il futuro: qui si deve stare sempre attenti, altrimenti è un attimo. Anche se adesso, con la cottura dei singoli giocatori diversa per via delle diverse traversie della preparazione, ci sta che la compattezza non sia la primaria qualità della truppa.

Domina Mancinelli (16+15, robissima), fa bene Italiano, e il primo tempo è stato di grande bellezza, con continui recuperi di palla, contropiedi, e tutto andato al meglio. Poi come detto il calo (25-38 dopo il 20’), che Boniciolli non ha stigmatizzato ma quasi giustificato. “Sono situazioni che un allenatore fatica a dirigere”, tenere la testa dritta dopo aver quasi trentellato prima. Sarà uno dei tanti passaggi da spiegare nel corso della stagione, perché contro Orzinuovi 20’ possono bastare. A Trieste, per esempio, così non sarà. Ma, intanto, l’esilio è finito senza lasciare niente per strada. E scontatissimo, davvero, non lo era.

Just can’t get enough - Ancora Mancinelli, che ormai potrebbe ambire a cambiare il titolo del paragrafo “il migliore in campo” direttamente in “Mancio”. Ma non c’è molto da dire, se fa robe del genere. Poi Italiano, al di là delle disquisizioni su cosa sia in campo: ala, ala forte, play, per ora va bene tutto.

It’s no good - Il calo, ovvio, con poca personalità di chi forse avrebbe dovuto gestire. Ci sta, forse, chissà, a patto di non ripetere gli errori.

(foto Fabio Pozzati - Fortitudo Pallacanestro)

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