Belinelli, "Chiudere così sarebbe bello, ma non voglio decidere a caldo"

Marco Belinelli è stato sentito da Davide Romani per la Gazzetta dello Sport. Un estratto dell'intervista.
"Uno scudetto Sicuramente è stato ricco di significato, non dico che fosse inaspettato. Quando sono tornato alla Virtus nella stagione 2020-2021 abbiamo subito vinto. Firmo a dicembre e lo scudetto arriva a giugno. Poi ci sono state tre finali consecutive perse contro Milano. Sconfitte che ci hanno segnato. Quella di martedì è stata mia liberazione: con Hackett c'eravamo promessi di rivincere lo scudetto. È stato sicuramente emozionante, non saprei dire se è il più bello perché fortunatamente ho avuto la possibilità di vincere tanto nella mia carriera. C'è stato anche un titolo Nba. Però questo titolo è speciale. La svolta? Contro Venezia. Gara-5 dei quarti di finale. Nonostante l'accoppiamento fosse prima contro ottava sapevamo che la Reyer era un osso duro. E la bella in casa ti "obbliga" a vincere. Ma non è sempre tutto bello, tutto scontato. Sotto di 8 punti a 4 minuti e mezzo dalla fine ci hanno salvato le giocate di Shengelia. Da lì qualcosa è cambiato. La vittoria in volata di gara-1 di semifinale contro Milano oltre ai due successi al Forum sempre con l'Olimpia ci hanno restituito una convinzione straordinaria. Abbiamo capito che questo poteva essere l'anno buono.
La fine di un ciclo? Penso proprio di sì. Si parla di qualche giocatore pronto a cambiare destinazione e quindi a maggior ragione era significativo chiudere questi anni vissuti insieme con questo successo. Questo risultato è la ciliegina sulla torta. Non voglio decidere a caldo, senza un'attenta riflessione, se ritirarmi o no. Mi voglio concedere del tempo per pensare, per riflettere insieme alla mia famiglia. Non devo dimostrare nulla, ho la mia età e chiudere la carriera così non sarebbe male. Vedremo..
Polonara? Sono stato uno dei primi a saperlo, non era iniziata la serie. Ho un rapporto speciale con lui, con la moglie e i figli. Dopo le prime due vittorie in casa, d'accordo con la società e con Achille, abbiamo ritenuto giusto avvisare anche gli altri giocatori. Così prima di partire per gara-3 a Brescia siamo passati da casa sua a salutarlo. Lui nel suo appartamento al primo piano e noi fuori. Penso che quel momento sia stata la spinta finale verso il 17° scudetto per la Virtus, il primo per Achille. È tutto suo questo tricolore. Lo conosco da tempo e sono convinto che lotterà contro questa malattia. Lo farà per lui e per la sua famiglia. Noi gli staremo vicini il più possibile, lo aiuteremo a rimanere lucido, a canalizzare tutte le forze per combattere e tornare a sorridere"