Il coach della Fortitudo Matteo Boniciolli - in conferenza stampa - ha presentato la trasferta di domani a Treviglio.
Si gioca alle 18, con diretta Radio e TV Nettuno e LNP Pass.

Ecco le parole del coach biancoblu:

Tra le valutazioni che ho letto su di noi ce n’è una che condivido: quando giochiamo bene giochiamo bene in dieci e quando giochiamo male (è capitato due volte) giochiamo male tutti. Il criterio con cui abbiamo costruito la squadra non è quello di avere una prima punta americana, forse avremmo vinto qualche partita in più ma avremmo abituato i giocatori italiani che la serie A l’avevamo vista mai o pochissimo a dare la palla all’americano di turno, costruendo il prototipo del giocatore italiano che quando le cose vanno male si lamenta perchè l’americano gioca male o non gliela passa.

Qui la scelta è stata opposta: una squadra di italiani supportati da due americani, come si faceva negli anni ‘70. E anche Flowers - che non sembra ma ci manca molto - non è un accentratore ma produce dal sistema. Il senso di questa stagione è far crescere i giocatori che poi rimarranno in Fortitudo, perchè gli americani vanno e vengono, ma gli italiani costituiscono una base solida per una società che vuole tornare in alto attraverso un programma serio.

Dopo dieci partite al 50% di vittorie, ma con un indice positivo, perchè ne abbiamo vinta una delle prime quattro e quattro delle successive sei, adesso arrva il momento in cui si vedrà se questa crescita collettiva - che è indubitabile - sia sufficiente per iniziare a fare quello che per ora ci è mancato, ovvero vincere una partita fuori casa. A oggi il nostro bilancio fuori è due perse male e due perse, una al supplementare e una di tre punti, contro le squadre che attualmente sono al primo e al terzo posto in classifica. Nelle due perse male - successive a buone prestazioni casalinghe - la cosa negativa è stata l’approccio alla gara, abbiamo pensato che bastasse presentarsi per vincere. Ma il campionato è equilibrato, Treviglio che è sotto di noi in classifica ha vinto a Verona, per dire. Bisogna rispettarne la struttura e l’impostazione, un gruppo radunato attorno a un allenatore che viene dalle giovanili di Treviso e continua ad allenare con palesi criteri di attività giovanile, cosa che a me piace molto. E oltre al valore tecnico della squadra c’è anche un valore specifico di ogni partita. Le cinque partite da qui a fine girone d’andata - e segnatamente quella di domani - sono partite in cui chi ci affronta lo fa con l’obiettivo di stare più lontano possibile dalla zona retrocessione, e questo dà motivazioni in più. La somma del valore tecnico degli avversari, delle loro motivazioni e del fatto che giochiamo fuori casa rende questa partita molto interessante per me, per vedere dove siamo arrivati.

Non possiamo dimenticare che ci manca un giocatore, Flowers, ma il paradosso è che nelle prime due partite giocate senza di lui abbiamo perso di 3 a Brescia e vinto chiaramente in casa contro Ravenna che ci precedeva in classifica. I suoi 18 punti sono stati redistribuiti. Questo deve continuare, perchè l’assenza di Jonte durerà ancora a lungo, e quindi giocheremo - unica squadra su 32 - con un americano soltanto.

Mi aspetto dalla squadra un aspetto positivo, e una maggiore consapevolezza del fatto che siamo indissolubilmente legati a un modo di giocare, per poter pensare di vincere le partite. Sono desideroso di vedere la squadra in campo domani, e di aiutarla a produrre la miglior prestazione possibile ottenendo il miglior risultato possibile, che ci consentirebbe di rimanere aggrappati - in coda - al gruppo delle prime.

L’unica volta in cui ho fatto la serie A2 - con la Snaidero - sono arrivato nono a fine girone d’andata, settimo a fine girone di ritorno e poi l’ho vinta. So che quando iniziano i playoff sarà una stagione completamente diversa. E io sono certo che noi siamo una squadra da playoff, più che da stagione regolare. In singola partita possiamo trovare più forti di noi, trovare squadre che giochino 5 partite contro di noi tutte alla stessa intensità mi sembra oggettivamente più complicato per gli avversari. Adesso il problema è trovare la strada migliore per stare dentro l’obiettivo stagionale, ovvero entrare nei playoff, e questo passa anche da una vittoria a Treviglio domani.

Le condizioni fisiche? Candi non si è allenato martedì, ma da mercoledì sì, e il medico è stato molto bravo a sistemargli le dita che gli si erano lussate durante la partita. Ed sta bene, c’è stato un problema con Iannilli che ha una fortissima sinusite, e adesso stanno cercando di trovargli i giusti medicinali - che non risultino come dopanti - per farlo giocare domani. Io ho avuto sinusiti e so che è una cosa terrificante. Complessivamente la squadra sta bene, ci siamo allenati bene, ieri ci siamo allenati con l’aiuto della nostra squadra under 18 che ci ha opposto la zona che pensiamo di trovare domani per lunghi tratti. In tutta la mia carriera credo di aver giocato a zona 2-3 forse dieci minuti complessivamente per scelta mia personale, ma Treviglio fa una cosa intelligente: tiene la zona anche se prende quattro bombe subito, perchè sa che la zona se ti dà qualcosa te lo dà sul medio-lungo periodo, perchè è impensabile contro qualsiasi tipo di difesa fare 10/10 da tre punti o dal campo. La zona serve come la fanno loro, tenendola a lungo e basandosi sul calcolo delle probabilità. Il limite della zona è che non ti dà garanzie di copertura a rimbalzo, e su questo abbiamo insistito molto, dato che abbiamo eccellenti rimbalzisti d’attacco e sappiamo che non segneremo tutto quello che tireremo. Per quel che concerne la tattica siamo ben preparati, adesso si tratta di verificare se l’atteggiamento sarà quello giusto e se l’atteggiamento giusto e i miglioramenti delle ultime partite - anche in assenza di Jonte Flowers - saranno sufficienti a battere Treviglio domani.

Quanto hanno pesato gli infortuni? Enormemente. Quando mi è stata data la possibilità di costruire le squadre come qui - cosa di cui ringrazio ancora la società - ho sempre avuto la fortuna di trovare buoni americani. A Teramo scelsi Joe Crispin, Delonte Holland e Pervis Pasco, che dopo hanno giocato vari anni in Italia con buoni risultati. Ad Avellino scelsi Marques Green e Devin Smith, che hanno fatto una carriera importante tutti e due pur venendo uno da una retrocessione in Spagna e l’altro considerato troppo piccolo. Credo che la coppia di americani che abbiamo scelto sia una coppia importante, funzionale al programma che abbiamo, e credo che la presenza di Ed abbia anche rivitalizzato Iannilli. La società è stata molto brava a darmi la possibilità di intervenire quando Ed si è infortunato, senza quell’intervento non avremmo vinto contro Verona, però Radic stravolgeva il senso della squadra, perchè ci dava post-basso ma non aggressività. Non ho fatto il calcolo perchè se no mi incazzerei, ma credo che con tutti i dieci quelli che avevamo pensato abbiamo giocato pochissime partite, forse due, e una delle due è stata Matera. E l’assenza prima di Ed e poi di Jonte hanno fatto passare in secondo piano l’assenza di Matteo Montano, che per noi è determinante. E’ un giocatore che ha le capacità di segnare fuori dal sistema. Noi abbiamo perso nell’arco di due mesi i tre giocatori non dico più importanti, ma gli unici tre che non hanno un’alternativa. E sono certo - augurandomi di recuperare la buona sorte che ci è mancata nel finale di stagione, quando conta - che con la squadra al completo da subito avremmo avuto minimo quattro punti in più, minimo. D’altra parte cerco di vedere il lato positivo: adesso giochiamo con Candi, Montano e Raucci titolari. E domenica quando ho dato il quintetto con Ravenna ho detto “Candi, Montano, Raucci, Italiano” e ho pensato “cazzo, di questi qua in A2 ad alto livello non ci ha giocato nessuno.” Il vantaggio paradossale dell’infortunio di Flowers è che quando lui torna noi avremo una prima onda di esterni fatta dai tre citati e la seconda onda di esterni sarà Sorrentino-Flowers-Carraretto. Non ci sono tante squadre in A2 che hanno sei esterni tutti utili al sistema in varie forme. Raucci in questo momento è il miglior specialista difensivo del campionato, due giovani in lizza per l’All Star Game - che conta quello che conta - Sorrentino che sta crescendo, perchè non è quello di inizio stagione e nemmeno quello che fu tagliato dal mio predecessore. Cerchiamo di utilizzare queste assenze per far crescere gli altri. E vedendo come si è allenato Quaglia tutta la settimana continuo a pensare che riterrei una mia personale sconfitta professionale non riuscire a portarlo a dare una mano a questa squadra, nel medio-lungo periodo, perchè oggettivamente un conto è partecipare al campionato delle 500 d’epoca, poi l’anno dopo ti dicono “siedi su una Ferrari e guida”, non è la stessa cosa. Quaglia l’anno scorso giocava in serie C, e vuol dire tante cose: allenarsi contro giocatori di serie C, giocare settimanalmente contro giocatori di serie C, difese di serie C, tempi e spazi di serie C. Poi gli abbiamo chiesto di cambiare ruolo. Nell’unica mattina libera è venuto lui con Campogrande a tirare. E Quaglia ha vinto tutte le gare di tiro con Campogrande con ampio margine. E’ un tiratore pazzesco, di 2.08 non ce ne sono tanti in Italia. Anche lui ha bisogno di tempo per riprendere il ritmo e per cambiare di ruolo. Quando riusciremo a recuperare anche Francesco, cosa di cui sono certo perchè si sta allenando con un impegno pazzesco, anche se non vede risultati immediati. Ma sono le persone che fanno la differenza, e sono convinto che alla fine recupereremo anche Quaglia alla causa. E quando saremo dieci veri allora per gli altri sarà dura, soprattutto ai playoff. Bisogna arrivarci, per questo giocare una buona partita e vincere domani a Treviglio sarebbe importanti.

 

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