ALIBEGOVIC: IO E REPESA NON ABBIAMO MAI CHIUSO IL LIBRO APERTO ALLORA. MI PIACERE TORNARE E VINCERE UNO SCUDETTO
In attesa di sviluppi sulla questione Repesa, riportata oggi da quasi tutti i quotidiani, è da segnalare quanto detto da Teo Alibegovic (gm in Fortitudo nell'ultimo anno in cui Jasmin era sulla panchina biancoblu), sentito da Damiano Montanari per Stadio. Un estratto dell'intervista.
"Io e Jasko non abbiamo mai chiuso il libro che abbiamo aperto allora. Mi piacerebbe farlo vincendo uno scudetto in Fortitudo. Per riuscirci non servono sempre 30 milioni di euro di budget, basta una programmazione tecnica e strategica. Venezia è la società che meglio incarna questa idea.
Nel 2005-06 dovevo prendere Bootsy Thornton, eravamo quasi alla firma quando chiamai Repesa a Dubrovnik: gli dissi che avremmo dovuto puntare su Mancio e Belinelli e che mi sarei assunto io tutte le responsabilità della decisione. Mi ero stancato che una persona generosa come Seragnoli fosse presa per i fondelli: la società continuava a spendere e non incassava. Basile e Smodis erano in partenza. Parlai personalmente con gli acquirenti interessati, non dovevano essere svenduti. Baso andò al Barcellona e Matjaz al Cska, ma per un prezzo che io letteralmente raddoppiai, permettendo alla Fortitudo di realizzare una plusvalenza di 3 milioni di dollari.
Durante la stagione Mancio si fece male e chiesi alla presidenza di autorizzarmi un piccolo investimento per un giocatore che avrebbe potuto darci una mano. Al Digione mi aveva impressionato Yakhouba Diawara. Lo tesserai per 4000 euro al mese, l'ingaggio più basso del roster assieme a quello del giovane Belinelli. Per la Fortitudo fu un grande colpo di mercato, non solo perchè a fine anno incassò dai Denver Nuggets il buyout previsto, ma anche perchè il giocatore, come previsto dal contratto, versò una somma supplementare per essere approdato in NBA.
Repesa? Era leggermente deluso per come si era conclusa l'avventura di Pozzecco. Mi chiese se ritenevo che il suo ciclo in Fortitudo si fosse concluso e io, che lo conoscevo dall'ottimo lavoro fatto al Cibona, gli risposo che il suo ciclo si sarebbe rinnovato.
Non ho mai tradito la mia fede biancoblu, neanche quando Martinelli mi mandò via in modo poco corretto."